newsletter finesettimana #67
finesettimana #67 / 5 aprile 2022 a cura di Chiara Sabelli
Buon martedì,
eccomi di ritorno dopo un po' di settimane di assenza causa Covid-19. Appena liberata dall'isolamento ho
avuto l'opportunità di partecipare a un incontro organizzato dall'ambasciata britannica a Roma sul tema della comunicazione
della scienza soprattutto su argomenti controversi. Hanno partecipato anche due rappresentanti dello Science Media Centre britannico,
un ufficio stampa scientifico indipendente che svolge un ruolo di mediazione tra scienziati e media. Ci hanno raccontato la loro
esperienza durante la pandemia e dal loro racconto è nata questa riflessione sul ruolo che un Centro del genere potrebbe svolgere in Italia.
Poi, alcuni suggerimenti di lettura dai giornali internazionali.
Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l'iscrizione) |
|
|
Il ruolo dei Science Media Centre nel giornalismo scientifico
|
|
|
Immagine di Andy Hawkes, Science Media Centre.
|
|
|
«Durante la pandemia, i risultati degli studi scientifici, spesso finanziati dal governo, sono stati trascinati in un sistema di comunicazione progettato per pubblicizzare le idee del governo. Più volte gli esperti di comunicazione del governo, frustrati dai messaggi contrastanti degli scienziati di alto livello che parlavano apertamente delle incertezze e delle lacune nelle nostre conoscenze su diverse questioni, dall’uso delle mascherine al contributo delle scuole nella diffusione del contagio, mi chiedevano come arginare questo fenomeno. Stavano chiedendo alla persona sbagliata. Capivo la loro frustrazione, ma ho risposto che sorvolare sull'incertezza e sulle opinioni contrastanti avrebbe rischiato di minare la fiducia del pubblico nella scienza in un momento critico. Non esisteva “la scienza” su Covid.»
A scrivere è Fiona Fox, direttrice dello Science Media Centre britannico, sull’ultimo numero di The Observer, l’edizione domenicale del quotidiano The Guardian.
Lo Science Media Centre è un ufficio stampa scientifico indipendente finanziato da un insieme di donatori che comprendono università e centri di ricerca, organizzazioni non governative, gruppi di pazienti, gruppi editoriali e ospitato nella sede della Wellcome Collection a Londra. Lo statuto del centro prevede che nessun donatore contribuisca con più del 5% del budget annuale di circa 850 000 euro, fatta eccezione per il Wellcome Trust, un ente di beneficenza, e lo UK Research and Innovation, l’agenzia pubblica della ricerca. Il Centro svolge un ruolo di mediazione tra scienziati e istituzioni scientifiche, università e centri di ricerca da una parte e il mondo dei media dall’altra. È stato istituito venti anni fa su proposta della commissione scienza e tecnologia della House of Lords in seguito a una serie di esperienze negative della stampa inglese su temi come l’uso degli OGM in agricoltura, il falso legame tra vaccini e autismo e l’encefalopatia spongiforme bovina (divenuta nota come “morbo della mucca pazza”).
Il principale obiettivo dei fondatori e della stessa Fox, che venne nominata direttrice allora, era quello di incoraggiare gli scienziati, spaventati dall’impatto delle loro dichiarazioni sull’opinione pubblica, a far sentire la propria voce. Il motto del centro è “The media will do science better when scientists do the media better”.
«Questo vuol dire che l’unico modo di migliorare la copertura giornalistica della scienza è far sì che gli scienziati si gettino nella mischia e interagiscano con i media. Proprio questo è il motivo per cui il nostro Centro è stato fondato», ha spiegato Hannah Taylor-Lewis, addetta stampa dello Science Media Centre, intervenendo durante un incontro sul tema organizzato dall’Ambasciata britannica a Roma lo scorso giovedì 31 marzo.
Come la stessa Fox racconta in una intervista a Nature nel 2013, le redazioni dei giornali inglesi inizialmente non accolsero bene il centro, ma i corrispondenti scientifici e medici delle diverse testate giornalistiche sì e cominciarono a partecipare alle conferenze stampa, i cosiddetti media briefing, organizzate dallo Science Media Centre, durante i quali un gruppo di esperti è a disposizione dei giornalisti per rispondere alle loro domande. Il patrimonio principale del Centro è tutt’oggi la sua agenda di contatti. Continua a leggere su Scienza in rete
|
Altre notizie
Stop ai combustibili fossili: l'IPCC spiega cosa fare per evitare il disastro climatico
Trenta mesi: questo è il breve intervallo di tempo che il mondo ha a disposizione per raggiungere il picco nelle emissioni di gas serra e cominciare
finalmente a farle diminuire. In caso contrario, perderemo l'occasione di evitare gli impatti peggiori della crisi climatica.
Il linguaggio della terza parte del rapporto dell'IPCC è meno drammatico rispetto alle prime due, che ci incolpavano "inequivocabilmente" di aver messo in grave pericolo un "futuro vivibile".
Piuttosto che concentrarsi sulla portata dell'emergenza climatica, il nuovo rapporto indica cosa può essere fatto per farla rientrare
[The Guardian]
I chatbot potrebbero sostituire i motori di ricerca: ecco perché è una pessima idea
Google sta investendo molto sui modelli di linguaggio naturale che sono alla base dei chatbot.
Ma i ricercatori fuori da Google temono che questo porti a una eccessiva semplificazione del processo di ricerca
e alla perdita del contesto e delle caratteristiche sulle fonti di informazione.
«Le tecnologie di ricerca si stanno spostando dall'organizzazione e dal filtraggio delle informazioni
alla formulazione di raccomandazioni sotto forma di una singola risposta a una domanda. Questa tendenza è pericolosa»,
ha commentato un gruppo di ricercatori tedeschi che nel 2020 aveva pubblicato un articolo dal titolo "Il dilemma delle risposte dirette"
[MIT Technology Review]
Infezione e malattie croniche: il caso di EBV e sclerosi multipla serva da esempio per SARS-CoV-2 e long Covid
Due ricerche pubblicate quest'anno rafforzano l'ipotesi che esista un legame causale tra infezione con Epstein-Barr Virus e sclerosi multipla.
Per "dimostrare" questa ipotesi e sfruttarla per prevenire o curare la sclerosi multipla servono studi clinici complessi e prolungati.
Questo dovrebbe insegnarci qualcosa sulle condizioni croniche causate dalle infezioni virali, come il long Covid.
Raccogliere i dati e pianificare la ricerca già da subito può fare la differenza
[Nature]
Il premio Abel 2022 assegnato al matematico Dennis Sullivan
Sullivan ha lavorato nel campo della topologia, seguendo prima un approccio geometrico e algebrico
per descrivere le proprietà delle cosiddette "varietà", e poi usando la teoria dei sistemi dinamici.
Il premio Abel viene assegnato dal 2003 ogni anno dall'accademia delle scienze norvegese e insieme alla medaglia Fields, assegnata
dalla International Mathematical Union dal 1936, rappresenta uno dei due massimi riconoscimenti nel campo della matematica.
Ricevendo il premio, Sullivan ha commentato dicendo che per lui ogni problema matematico ha due dimensioni, una spaziale e l'altra numerica
e che nella sua ricerca ha cercato sempre di tenere insieme questi due aspetti
[Quantamagazine]
Al lavoro per risolvere un mistero su Covid-19: i bassi tassi di mortalità dell'Africa
Nella maggior parte dei paesi dell'Africa subsahariana la mortalità causata da Covid-19 è molto più bassa che altrove, tranne in Sudafrica. Alcuni ritengono non sia stata registrata, altri invece
si chiedono se la vaccinazione di massa contro SARS-CoV-2 sia il miglior uso delle risorse sanitarie, dato che l'impatto di altri agenti patogeni, come la malaria, sembra essere molto più devastante
[The New York Times]
Il 24 marzo EMA ha autorizzato Evusheld, una combinazione di due anticorpi monoclonali per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2 in persone con sistemi immunitari compromessi
A riceverlo saranno pazienti con tumori del sangue o che hanno ricevuto farmaci che inibiscono l'attività dei linfociti B o che assumono
farmaci immunosoppressori in seguito a trapianto o con difetti congeniti del sistema immunitario. Evusheld, prodotto da AstraZeneca, ridurrebbe
il rischio relativo di infezione sintomatica del 77% e la sua azione durerebbe sei mesi. In Italia, AIFA aveva dato il via libera al farmaco già
a fine febbraio, destinandolo a pazienti immunocompromessi che non montano una risposta in seguito alla vaccinazione. Per questo gruppo di persone
Evusheld è la prima forma di protezione efficace dall'inizio della pandemia
[The New York Times]
|
|
|
Aiuta Scienza in Rete a crescere. Il lavoro della redazione, soprattutto in questi momenti di emergenza, è enorme. Attualmente il giornale è interamente sostenuto dall'Editore Zadig, che non ricava alcun utile da questa attività, se non il piacere di fare giornalismo scientifico rigoroso, tempestivo e indipendente. Con il tuo contributo possiamo garantire un futuro a Scienza in Rete.
|
Ricevi questa email perché hai un'iscrizione attiva alla newsletter di Scienza in rete
Se non vuoi più ricevere la newsletter clicca qui per cancellarti
Per suggerimenti e commenti scrivi qui
|
|
|
|