newsletter #51
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Nessuno scienziato ha mai
visto un buco nero. Almeno non direttamente. Le loro
ristrette dimensioni e la capacità di attirare
materiale luminoso li rende per ora impossibili da
fotografare. Esistono però numerose rappresentazioni
indirette. Tra le più belle ci sono quelle
ottenute dal Chandra X-ray Observatory della
NASA. In particolare l'immagine mostra due jet di
materiale che fuoriescono da un buco nero al centro
di Centaurus A, una galassia lontana 13 milioni di
anni-luce.
Credit: ESO/WFI (visible);
MPIfR/ESO/APEX/A.Weiss et al. (microwave);
NASA/CXC/CfA/R.Kraft et al. (X-ray). Licenza:
Public Domain.
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L'EREDITÀ DI BITCOIN
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Craig Wrigth, che nel 2016
dichiarò di aver inventato
Bitcoin usando lo pseudonimo di
Satoshi Nakamoto senza però
fornire alcuna prova di questa
affermazione, è stato
accusato di essersi appropriato
illegalmente del patrimonio di
criptovaluta accumulato dal suo
socio in affari Dave
Kleiman,
morto nel 2013. A fargli causa la
famiglia di Kleiman, che sostiene
che Wright abbia falsificato la
firma del loro congiunto su numerosi
contratti per un valore totale di
300 mila Bitcoin.
[Bloomberg; Jef Feeley]
Si stima che a novembre del 2017 l'energia consumata
dall'intera rete connessa alla
criptovaluta Bitcoin abbia superato
quella della Repubblica
d'Irlanda. L'operazione di
mining delle Bitcoin è
un gioco al rialzo dal punto di
vista energetico: i concorrenti sono
spinti a utilizzare una
quantità sempre maggiore di
energia elettrica per aggiudicarsi
le nuove monete. Circa l'80% del
valore così ottenuto viene
reinvestito in energia per produrre
altre Bitcoin, mantenendo
l'attività profittevole. Il
consumo di energia è quindi
strettamente collegato alla
quotazione della criptovaluta,
attualmente pari a circa 10 mila
dollari. Se il prezzo rimanesse
stabile a questo livello, nel 2018
l'industria Bitcoin emetterebbe una
quantità di CO2
paragonabile a quella di 1 milione
di voli transatlantici.
[The Guardian; Alex Hern]
Ma il prezzo di Bitcoin non è
decollato subito. L'invenzione di
questa criptovaluta risale al
2008, quando un autore dallo pseudonimo Satoshi Nakamoto
pubblica l'articolo "Bitcoin: A
Peer-to-Peer Electronic Cash
System". Introduce un sistema di moneta
elettronica basato sulla
tecnologia chiamata blockchain, in
cui sono gli utenti della rete a
convalidare, a turno, le transazioni, evitando
contraffazioni e frodi. Per questa
attività di validazione gli
utenti della rete ricevono in premio
delle Bitcoin. Fino al 2013 la
moneta ha subito la
diffidenza degli investitori
istituzionali, ma dopo
l'endorsement del Senato degli Stati
Uniti nel novembre del 2013 il suo prezzo è
triplicato nell'arco di un mese,
raggiungendo i 900 dollari. Poi
è continuato a salire, pur
rimanendo estremamente
volatile. Forse è per questo
che oggi Bitcoin resta
solo un investimento e non una valuta di
massa come pensato dai suoi
inventori. Molti la considerano una
bolla speculativa che prima o poi esploderà. Tuttavia potrebbe aver
lanciato una tecnologia
rivoluzionaria per l'intero sistema economico.
[The Atlantic; Derek Thompson]
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LE TECNOLOGIE DIGITALI FANNO BENE AI GIOVANI?
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"Usando questo strumento, gli
studenti non useranno la propria memoria, non
impareranno niente, non avranno contatto con la
realtà". Sono queste le parole con qui Socrate
parlava della scrittura. La paura che l'introduzione di nuove tecnologie limiti le
capacità di apprendimento dei giovani studenti
comincia nel V secolo a.C. e continua
tutt'oggi. Dopo la scrittura sono stati
criticati i libri, la radio, la televisione, i
walkman e adesso gli smartphone. Il racconto di
Emanuele Bottazzi.
[Scienza in rete; Emanuele Bottazzi]
Sta emergendo un nuovo tipo di digital
divide: i giovani provenienti da famiglie a
basso reddito trascorrono più tempo online
rispetto ai loro coetanei più ricchi, e per loro
è più probabile che la vita online causi episodi
di violenza nella vita reale. A rilevarlo
è uno studio condotto da un gruppo di psicologi della University of California Irvine su oltre 2000 adolescenti americani,
[Nature; Candice Odgers]
Inizia il 1^ marzo a Brescia il ciclo di
tre incontri "A scuola di attendibilità",
organizzato dal Gruppo 2003 e da Scienza in
rete. I primi due appuntamenti saranno dedicati agli
studenti delle scuole medie superiori e dell’università, con l’intento di far crescere nei docenti e negli studenti le competenze necessarie a riconoscere le fonti attendibili nel loro lavoro quotidiano di insegnamento, studio e ricerca. Con l’aiuto di giornalisti, scienziati e docenti si svolgerà quindi un lavoro volto a verificare le notizie, distinguere la scienza dalla ciarlataneria, e consolidare il senso critico.
[Scienza in rete; Redazione]
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RICERCA E SOCIETÀ
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A ottobre 2017, durante una conferenza di biotecnologia a San Francisco, il biohacker Josiah Zayner si è iniettato un composto contenente il proprio DNA modificato con la tecnica CRISPR. La modifica avrebbe dovuto ridurre la produzione di miostatina, la proteina che inibisce la crescita muscolare.
Ma oggi Zayner ripensa a quel gesto con qualche rimorso. In un'intervista pubblicata da The Atlantic dice di essere convinto dell'utilità del biohacking per sensibilizzare le persone verso le biotecnologie e accelerare il trasferimento delle scoperte scientifiche dai laboratori universitari ai centri di cura, ma è convinto che prima o poi qualcuno si farà male.
[The Atlantic; Sarah Zhang]
Il progetto GENERA, Gender Equality Network in the
European Research Area, si pone
l'obiettivo di valutare le disuguaglianze di
genere che esistono in ambito scientifico e
mettere a punto strategie per mitigarle. Sveva Avveduto, ricercatrice dell'Istituto
di ricerche sulla popolazione e le politiche
sociali del CNR, illustra i risultati del
progetto.
[Scienza in rete; Sveva Avveduto]
In un articolo pubblicato recentemente
sulla rivista
"Science and Public
Policy", un gruppo
di ricercatori del
Joint Research
Center della
Commissione Europea
afferma che
è ormai
giunto il momento di
ripensare gli
indicatori di
eccellenza nella
ricerca. È
ormai opinione di
molti che tali
indicatori
dovrebbero tenere in
maggiore
considerazione la
robustezza e la
riproducibilità
della ricerca, oltre
che l'impatto
sociale che questa
può avere.
[Nature; Editorial]
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