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11 settembre 2021
a cura di Chiara Sabelli
Buon sabato,
speriamo abbiate passato una buona estate.
Ripartiamo con un approfondimento sul futuro della Laguna di Venezia e del MoSE. Perché il MoSE sia efficace nel proteggere Venezia fino alla fine del secolo occorre ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra, altrimenti si rischiano chiusure di sei mesi all'anno già alla fine di questo secolo. Nel breve periodo bisogna lavorare sui modelli di previsione, per metterli in condizione di prevedere eventi tipo quello del novembre 2019. Queste le conclusioni di una recente rassegna degli studi scientifici sul tema.
Poi, una selezione di notizie dai giornali di tutto il mondo e gli ultimi aggiornamenti su Covid-19.
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ACQUA ALTA A VENEZIA: FINO A QUANDO BASTERÀ IL MOSE?
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GodeNehler/Wikipedia (CC BY-SA 4.0).

Dopo quasi cinquant’anni dalla Legge Speciale per Venezia, approvata nel 1973 per definire gli interventi di salvaguardia della città in seguito alla tremenda alluvione del novembre 1966, il Modulo Sperimentale Elettromeccanico (MoSE) entrerà in funzione il prossimo anno. I 78 pannelli mobili disposti sulle tre bocche di porte della Laguna di Venezia verranno azionati quando il livello dell’acqua supererà i 110 centimetri rispetto a un livello di riferimento chiamato Zero Mareografico di Punta Salute, all’ingresso del Canale della Giudecca. Questo non impedirà che Piazza San Marco si allaghi, trovandosi essa in una delle zone più basse del centro storico, circa 80 centimetri più in alto di Punta Salute. Il livello della pavimentazione cittadina è estremamente variabile, se si pensa che passeggiando vicino al Ponte di Rialto si è a circa 105 centimetri sopra Punta Salute, mentre alla stazione di Venezia Santa Lucia a 135 centimetri.

L’efficacia del MoSE nel proteggere Venezia dipenderà nel breve termine dalla capacità di prevedere il livello dell’acqua nella laguna con sufficiente precisione e anticipo, e nel lungo termine dall’impatto del cambiamento climatico.

Sono queste le domande cui ha provato a dare risposta una edizione speciale della rivista Natural Hazards and Earth System Sciences pubblicata la scorsa settimana, passando in rassegna le conoscenze scientifiche accumulate finora ed elaborandone una sintesi.

«Da cittadino, prima ancora che da ricercatore, ritengo fondamentale ragionare fin da subito sulle prospettive di lungo termine. Per concepire, costruire e mettere in funzione il MoSE sono stati necessari quasi cinquant’anni», esordisce Piero Lionello, professore presso il dipartimento di scienze e tecnologie biologiche e ambientali dell’Università del Salento e uno dei coordinatori del lavoro. «Dobbiamo capire fino a quando il MoSE sarà in grado di proteggere Venezia e la sua laguna. Alcuni scenari climatici indicano che questo tipo di soluzione potrebbe diventare inadeguata nella seconda metà di questo secolo. Iniziare ora la discussione su modifiche e integrazioni della strategia di difesa attuale o sull'ideazione di nuove soluzioni, consentirebbe di essere pronti nel caso in cui gli scenari più pessimistici si avverino.» Continua a leggere su Scienza in rete


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