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31 luglio 2021
a cura di Chiara Sabelli
Buon sabato,
questa settimana parliamo di come la proposta europea di regolamentazione dell'intelligenza artificiale potrebbe ispirare gli Stati Uniti, del genoma dei gatti, dei difetti dei modelli climatici che sono stati impiegati per elaborare il nuovo e imminente rapporto dell'IPCC, della moratoria sulla ricerca con prioni in Francia, dell'importanza di studiare il genoma del gatto, della morte del fisico Steven Weinberg e diamo gli ultimi aggiornamenti su Covid-19.
L'approfondimento di questa settimana è firmato da Cristiana Pulcinelli ed è una conversazione con la ministra dell'università e della ricerca Maria Cristina Messa sul futuro dell'istruzione universitaria, dei finanziamenti alla ricerca di atenei ed enti pubblici e della riforma della carriera dei ricercatori.
Con questa newsletter vi auguriamo buona estate e vi diamo appuntamento a settembre.
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SEI PEZZI BELLI
1 Cosa possono imparare gli Stati Uniti dall'approccio europeo sull'IA?
Auto a guida autonoma, algoritmi per la valutazione della produttività dei lavoratori o per assegnare i voti agli studenti, app per la diagnosi dei tumori della pelle. In ciascuno di questi ambiti sono numerosi gli incidenti che hanno mostrato che questi sistemi non sono ancora sufficientemente maturi e sicuri per essere utilizzati su larga scala. Le autorità statunitensi stanno cominciando a reagire, ma la diffusione dei sistemi automatici di assistenza alla decisione, al cui cuore c'è sempre più spesso un algoritmo di machine learning, richiede una risposta nazionale coordinata. In questo senso, gli Stati Uniti possono ispirarsi alla proposta della Commissione Europea per regolare l'intelligenza artificiale, pubblicata ad aprile. Secondo questa proposta, alcune applicazioni, come il riconoscimento facciale nelle operazioni di polizia, sarebbero semplicemente troppo pericolose per essere usate e dunque dovrebbero essere bandite [The New York Times]

2 I modelli climatici che abbiamo a disposizione sovrastimano le proiezioni sulla temperatura media globale
Il 9 agosto verrà pubblicato il nuovo rapporto sullo stato del clima da parte dell'IPCC, a otto anni di distanza dal precedente. Tuttavia, gli scienziati si sono resi conto che i modelli climatici che sono alla base del rapporto, elaborati dal Coupled Model Intercomparison Project, sembrano sovrastimare l'aumento di temperatura media che vedremo in futuro. Questo sarebbe causato dalla difficoltà di includere correttamente il contributo delle nuvole [Science]

3 In Francia sospesa la ricerca sui prioni per un caso sospetto di malattia di Creutzfeldt-Jakob
La sospensione durerà tre mesi, il tempo necessario ad accertare che il dipendente del laboratorio che si sospetta avere la malattia l'abbia sviluppata a causa di un incidente sul lavoro. Il laboratorio in cui era impiegato lavorava sui prioni. La malattia di Creutzfeldt-Jacob colpisce il sistema nervoso centrale ed è anche nota come malattia della mucca pazza. La decisione è stata presa congiuntamente da una serie di laboratori e enti pubblici di ricerca seguendo un principio di massima precauzione. Nel 2010 si era verificato un caso simile sempre in Francia in una ricercatrice che si era accidentalmente punta con una siringa contenente cellule di cervello di topo infettate con prioni. La giovane donna, 24 anni all'epoca dell'incidente, è morta due anni fa all'età di 33 anni. L'analisi del suo caso, pubblicata lo scorso anno sul New England Journal of Medicine, ha evidenziato un nesso di causalità tra l'incidente e la malattia [Le Monde]

4 Sarebbe ora di studiare a fondo il genoma dei gatti
I topi sono i modelli animali più usati nella ricerca biomedica, e ricercatori conoscono il loro genoma talmente bene che riescono a farli invecchiare, aumentare il loro rischio di sviluppare tumori e così via. Ma la loro evoluzione ha reso il genoma "caotico" e poco utile per capire come quello umano codifica le informazioni. Al contrario il genoma dei gatti presenta molte più somiglianze con il nostro, oltre a condividere dieta, microbi, ambienti e stili di vita con noi. Dal punto di vista del codice genetico, solo i primati sono più simili a noi dei gatti [The Atlantic]

5 È morto Steven Weinberg, premio Nobel per la fisica nel 1979
Venerdì scorso, in Texas, è morto a 88 anni Steven Weinberg. Weinberg ricevette il premio Nobel per la fisica nel 1979, insieme a Sheldon Lee Glashow e Abdus Salam per aver formulato nel 1967 un modello matematico che unificava l'interazione elettromagnetica e quella debole. Il modello prevedeva, tra le altre cose, l'esistenza di due particelle pesanti che mediano l'interazione debole, i bosoni W e Z, che vennero in effetti rilevati per la prima volta da Carlo Rubbi e Simon van der Meer al CERN nel 1983. La scoperta gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1984. Il modello di Glashow, Weinberg e Salam è la base del modello standard delle particelle elementari, il modello più accurato delle interazioni fondamentali di cui disponiamo ancora oggi. Oltre a essere uno scienziato eccezionale, Weinberg sapeva comunicare con chiarezza e con immagini vivide concetti di fisica estremamente complessi. Nel suo libro di divulgazione di maggiore successo, The first three minutes, racconta dei primi istanti successivi al Big Bang [The New York Times]

6 Aggiornamenti COVID-19
   ×  Giovedì il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha annunciato che domenica Israele avvierà la campagna per la terza dose per gli over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale almeno 5 mesi fa. Il presidente Isaac Herzog e sua moglie hanno ricevuto la terza dose venerdì mattina [Haaretz]
   ×  La decisione deriverebbe da una analisi preliminare, delle infezioni diagnosticate tra il 20 giugno e il 17 luglio presentata dal ministero della salute israeliano il 22 luglio. L'analisi indicherebbe un'efficacia del vaccino Pfizer-BioNTech contro le infezioni sintomatiche del 41%, rispetto al 95% stimato negli studi clinici. Secondo il ministero, questo risultato potrebbe essere spiegato assumendo un rapido calo nel tempo dell'efficacia del vaccino, forse aggravato dalla capacità della variante Delta di evadere la risposta immunitaria stimolata dai vaccini. Chi ha completato il ciclo vaccinale a gennaio avrebbe ora solo un 16% di protezione, mentre chi lo ha completato ad aprile il 75% [The New York Times]
   ×  Nel frattempo, mercoledì è stato pubblicato un nuovo studio, ancora pre-print, che ha stimato che l'efficacia di Pfizer nell'evitare l'infezione sintomatica scenderebbe da un massimo di 96% dopo due mesi dalla vaccinazione a 84% dopo sei mesi. Lo studio, randomizzato e controllato, ha coinvolto circa 44 000 persone in Europa e Stati Uniti e ha confermato un'efficacia estremamente elevata nell'evitare le forme gravi della malattia, pari al 97%. Importante osservare che l'analisi si è estesa fino ad aprile del 2021 (6 mesi di follow up dopo la vaccinazione) e dunque non permette di stimare l'efficacia del vaccino contro la più contagiosa variante Delta, la cui prevalenza è aumentata solo successivamente [STAT News]
   ×  Martedì Israele ha autorizzato la vaccinazione in bambini fra 5 e 11 anni di età con patologie pregresse. I casi verranno analizzati individualmente [Haaretz]
   ×  Ancora da Israele arriva uno studio sulle infezioni post-vaccinali, realizzato in un gruppo di circa 1 500 operatori sanitari. Tra questi, 150 circa si sarebbero infettati dopo aver completato il ciclo vaccinale e 40 fra loro avrebbero sofferto sintomi prolungati nel tempo [Nature]
   ×  Le persone vaccinate che si infettano con la variante Delta avrebbero un carico virale in naso e gola paragonabile a quello dei non vaccinati che si infettano e dunque sarebbero in grado di trasmettere il virus con la stessa facilità. Inoltre la Delta causerebbe una malattia più grave della Alfa, soprattutto in anziani e persone con sistema immunitario compromesso. Questo il contenuto di un documento circolato internamente ai CDC statunitensi e basato su uno studio, ancora pre-print, riguardo un focolaio nello stato del Massachusetts causato dai festeggiamenti del 4 luglio. Sarebbe alla base della decisione di ripristinare l'utilizzo della mascherina nei luoghi chiusi anche per i vaccinati in zone con elevati livelli di trasmissione, presa dai CDC martedì. Il documento confermerebbe però che i vaccini sono altamente efficaci contro le forme gravi della malattia [The New York Times]
   ×  I vaccini approvati finora sono somministrati per via intramuscolare e dunque gli anticorpi sono prodotti prevalentemente nel sangue. Potrebbe dunque accadere che il virus riesca a replicarsi nelle alte vie respiratorie, producendo anche sintomi lievi e rendendo i vaccinati che si infettano contagiosi. Tuttavia, quando il virus scende verso i polmoni gli anticorpi prodotti dopo la vaccinazione sarebbero efficaci nel neutralizzarlo, impedendo che si sviluppano forme respiratorie gravi. Questo potrebbe essere evitato con vaccini intranasali, ma solo 7 tra gli oltre 100 candidati che sono adesso sottoposti a studio clinico prevedono questa via di somministrazione [Science]
   ×  Da quasi due settimane diminuiscono i casi di contagio nel Regno Unito, senza che sia stato istituito alcun lockdown né imposta alcuna stretta sulle regole di distanziamento sociale. Anzi, il 19 luglio sono state revocate tutte le misure di distanziamento sociale. La cautela è ancora necessaria, la discesa potrebbe interrompersi, ma questi dati potrebbero essere il primo segnale di una transizione di Covid-19 verso malattia endemica [The Conversation]
   ×  In Italia, l'incidenza è passata da 41 casi ogni 100 000 abitanti, registrata tra il 16 e il 22 luglio, a 58 casi ogni 100 000, registrata nella settimana tra il 23 e il 29 luglio. L'Rt relativo al periodo 6-20 luglio è stimato essere pari a 1,57 (tra il 30 giugno e il 13 luglio era 1,26). L'occupazione da parte dei pazienti con Covid-19 dei reparti ordinari al 27 luglio è del 2,9% (era il 2,1% al 20 luglio), quella dei reparti intensivi è del 2,2% (era il 2,0% il 20 luglio) [Ministero della Salute]
   ×  La variante Delta sarebbe responsabile in media del 90,4% dei casi di infezione diagnosticati il 20 luglio in Italia, secondo i risultati dell'ultima indagine rapida condotta dall'Istituto Superiore di Sanità [Istituto Superiore di Sanità]

FUTURO DELLA RICERCA ITALIANA: UNA CONVERSAZIONE CON MARIA CRISTINA MESSA
di Cristiana Pulicnelli

Maria Cristina Messa, professoressa ordinaria di diagnostica per immagini all’Università di Milano Bicocca ed ex rettrice nella stessa università, è stata nominata ministra dell’Università e Ricerca del governo Draghi a febbraio 2021. È la prima donna a ricoprire questo ruolo, la sesta se si considera il periodo di accorpamento del ministero dell’università con quello dell'istruzione. Nei primi mesi di incarico, ha nominato un’altra donna (Maria Chiara Carrozza) a capo del CNR. Forse anche questa scelta fa parte della modernizzazione di cui ha parlato più volte la ministra. Intanto ha annunciato alcuni provvedimenti che si concretizzeranno presto: una accelerazione della carriera per i ricercatori, la parificazione dei percorsi in università ed enti di ricerca, l’accorpamento di esame di laurea e abilitazione per alcune professioni - oltre ai medici, veterinari, psicologi, farmacisti e odontoiatri, ma anche fisici, chimici, biologi. Ora, attraverso il suo ministero, passerà anche la gestione di una parte del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E si dovranno affrontare problemi nuovi e antichi di questo settore.

Tra i problemi più urgenti sul tavolo della ministra c’è quello di aumentare la quota di giovani laureati nel nostro paese. In effetti, l’ultima indagine di Eurostat sull’istruzione universitaria ha rivelato che l’Italia è penultima tra i 27 paesi membri dell’Unione Europea per percentuale di cittadini tra 25 e 34 anni con un diploma di studio universitario: solo il 29%. Peggio di noi ha fatto solo la Romania, con il 27%, mentre Lussemburgo, Irlanda, Cipro, Lituania e Paesi Bassi hanno già superato l’obiettivo che l’Unione si è prefissata per il 2030, con più del 45% di laureati nella fascia di età 25-34 anni.

«Per aumentare il numero di laureati è necessario sia accompagnare più giovani a iscriversi all’università sia incidere sul tasso di abbandono», spiega Messa, «dobbiamo investire in borse di studio perché non ci siano più meritevoli senza mezzi che non possono essere sostenuti a causa della mancanza di risorse, sostenere la realizzazione e l’ammodernamento di campus e alloggi affinché l’università non sia solo lezioni in aula ma sempre di più esperienza di vita». Continua a leggere su Scienza in rete


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