Siamo così arrivati all’ultimo numero dell’anno, dove non potevano mancare riferimenti alle feste in corso e ai buoni propositi per il 2023. Cominciamo con una leggenda che tira in ballo una “stella”, che poi si scoprirà non essere una stella. E neppure una cometa.
I magi arrivarono a Betlemme guidati da una “stella”, per adorare il futuro re dei Giudei (Matteo, 2,1-12). Poi si pensò che in realtà fosse la cometa di Halley. Il che però è assai improbabile, visto che secondo gli astronomi la 1P/Halley fu visibile a occhio nudo nel 12 a.C., quindi in anticipo rispetto alla data attribuita alla nascita di Gesù, fra il 7 e il 4 a.C. L’ipotesi ritenuta a oggi più plausibile vuole che la brillante “stella” di Betlemme sia stata in realtà una congiunzione di Giove e Saturno avvenuta nella costellazione dei Pesci fra il 7 e il 6 a.C. Da questo enigma biblico prende il via l’articolo in cui Claudia Sciarma racconta come gli astronomi hanno messo a punto una procedura internazionale per nominare comete, pianeti minori pianeti nani e satelliti naturali, con sigle ma anche attingendo a divinità e creature mitologiche. Ma la cosa non è affatto semplice.
A Natale, in molte parti d’Italia era tradizione mangiare l’anguilla. Ora non più, per fortuna: le anguille europee sono una specie a rischio di estinzione. Sia a causa del riscaldamento globale, sia per la frammentazione dei fiumi, che rende avventurosa la risalita delle giovani anguille. E sia soprattutto per la pressione di una pesca criminale. Innanzitutto bisogna sapere che tutte le anguille europee nascono nel quieto e caldo Mar dei Sargassi, al centro dell’Atlantico fra le Antille e le Azzorre. Come piccole larve si fanno quindi trasportare dalla Corrente del golfo fino ai lidi europei dove, ormai piccole biscette, vanno cercarsi le acque dolci in prossimità di delta ed estuari. Nei fiumi possono vivere fino a 15 anni, per poi intraprendere ormai individui adulti il ritorno nel Mar dei Sargassi dove vanno a morire dopo essersi riprodotti. Non riuscendo a farle riprodurle in cattività, una rete illegale di pescatori cattura le giovani anguille (le ceche, o anguille di vetro) per poi rivenderle di frodo agli allevamenti asiatici per 6-9mila euro al chilo. La storia delle anguille è solo un esempio del depauperamento dell’Alto Adriatico, mare molto pescoso che ha conosciuto però negli ultimi cinquant’anni una transizione verso specie più piccole, piatte (come le sogliole) ai danni di pesci come le anguille e squali come verdesche e palombi. Laura Scillitani ci racconta la meravigliosa storia dell’anguilla e le ricerche in corso per evitarne l’estinzione definitiva.
Negli ultimi anni la salute del cervello è diventata quasi un’ossessione. Si moltiplicano i corsi, le diete, e i consigli più diversi per ritardare il più possibile l’invecchiamento cerebrale e il relativo rischio di demenza. In questo articolo, Camilla Orlandini fa il punto sulle nuove iniziative internazionali ed europee sulla salute del cervello, e passa al vaglio la letteratura per comporre una sorta di guida alla prevenzione cerebrale. La dieta ha sicuramente un ruolo, in particolare la cosiddetta dieta MIND, che si può considerare una variante di quella Mediterranea. Fare le parole crociate o il Sudoku pare invece che non serva granché, mentre una buona socialità con compiti cognitivi più complessi sono sicuramente benefici, così come l’esercizio fisico, il sonno di almeno 6 ore a notte, e la cura del proprio udito. L’articolo, insomma, darà lo spunto per molti buoni propositi per l’anno a venire.
Il nostro proposito è di rivederci nel 2023 con nuove storie e ragionamenti di scienza. All’anno prossimo allora, e se ti senti Re Magio, clicca qua.