newsletter #119
logo Scienza in rete Newsletter #119
13 dicembre 2019
Italia in Europa
L’etichetta nutrizionale “Nutri-Score”, sviluppata da ricercatori francesi e ormai adottata in molti paesi, è stata oggetto negli scorsi giorni in Italia di diversi attacchi a partire dalle esternazioni del senatore Matteo Salvini, seguite dalle prese di distanza del ministro della Salute Roberto Speranza, facendola passare per uno strumento attraverso cui l’Europa vorrebbe penalizzare i prodotti italiani e la dieta mediterranea. Ma non è così, come notano in un testo pubblicato su Scienza in rete Paolo Vineis, Walter Ricciardi, Elio Riboli, Silvio Garattini e Mauro Serafini. Nutri-Score è un sistema utile per far valutare con semplicità al consumatore le caratteristiche nutrizionali complessive del cibo, aiutandolo a orientare le sue scelte. E serve anche a incoraggiare i produttori a riformulare la composizione nutrizionale degli alimenti che producono, per esempio riducendo il contenuto in sale, zucchero e grassi. “Confidiamo che i consumatori, i politici e le autorità sanitarie italiane comprendano il reale significato del sistema Nutri-Score al di là delle strumentali polemiche politiche di questi giorni”, concludono i ricercatori italiani. Leggi l’articolo: Nutri-Score: perché non dobbiamo averne paura.
PLANET INTELLIGENCE
Europa e ambiente: grandi ambizioni, ma c’è ancora molto fra fare. Nonostante le grandi ambizioni espresse anche dal nuovo leader della Commissione europea Von der Leyen, l'Europa ha ancora molta strada da fare per mettere ordine in casa propria quanto a parametri ambientali, dalle emissioni alla qualità delle acque al consumo di suolo. Un'analisi di Antonio Scalari del recente Report dell'Agenzia Europea per l'Ambiente.  [Scienza in rete; Antonio Scalari]

Il problema è la Cina. Una visione tutt’altro che trionfalistica del futuro che uscirà dalla COP25 di Madrid la espone Alberto Clò sulla rivista Energia: poiché nel 2015 l’Europa sarà responsabile del 5% delle emissioni, i progressi del vecchio continente saranno irrilevanti per la salute del pianeta, se confrontati con i grandi emettitori USA e Cina (responsabili del 43 % delle emissioni globali). Ma gli Stati Uniti sono formalmente usciti dall’Accordo di Parigi del 2015, secondo Clò anche per la non disponibilità dei Paesi europei a ridiscutere alcuni aspetti dell’Accordo. Eppure gli Stati Uniti stanno riducendo le emissioni quanto l’Europa. La Cina invece sta continuando a sostenere fortemente le centrali a carbone (36 miliardi di dollari nel 2018) che contribuiscono per il 66% della sua complessiva generazione elettrica. [Rivista energia]

Perché le orche vanno in menopausa? Le orche sono tra i pochissimi mammiferi noti per vivere a lungo anche dopo l'età riproduttiva, un fenomeno che affascina da tempo gli scienziati. Ora, un lavoro pubblicato su PNAS e basato sull'analisi di dati raccolti in oltre trent'anni, supporta ulteriormente la teoria secondo la quale alla base della menopausa vi sia l'effetto nonna, ossia come le nonne possano assicurare una miglior sopravvivenza ai nipoti. [Scienza in rete; Anna Romano]
CRONACHE DELLA RICERCA
Agenzia per la ricerca, non ci siamo ancora. In un editoriale sul Sole 24 ore Alessandro Schiesaro osserva che l’Agenzia nazionale per la ricerca come delineata dall’articolo 28 della legge di stabilità non ha un mandato chiaro: da un lato le si dà il compito di integrare il Piano nazionale per la ricerca e coordinare enti e ministeri, dall’altro la si concepisce come ente di valutazione dei progetti. Troppo e troppo poco a un tempo. Citando il Gruppo 2003, si sottolinea anche la natura troppo ministeriale dei vertici dell’ente e l’esiguità della dotazione economica, punti ripresi anche da Corrado Zunino su La Repubblica Scienze. [Il Sole 24 Ore]

Fiasco italiano negli ERC grant. Di nuovo male le istituzioni italiane nella capacità di attrarre ricerca. Questa volta a deprimere sono i risultati dei Consolidator grants ERC, assegni (2 milioni di euro per 5 anni) riservati a ricercatori con almeno 7 e fino a 12 anni di esperienza dopo il PhD. Sono solo 7 i progetti italiani: uno nelle scienze sociali, 6 nelle scienze fisiche e ingegneristiche, 0 (zero) nelle scienze della vita. In totale la metà di quelli vinti nel 2018 (15). Un risultato che preoccupa e conferma l’incapacità del sistema Italia di imporsi nei tavoli europei. Gli italiani, al contrario, riescono a vincere quando vanno all’estero: sui 23 totali (ma erano stati 35 nel 2018) ben 16 hanno vinto grazie al supporto di istituzioni straniere. Sono quindi il gruppo più numeroso di scienziati all’estero dopo quello tedesco ponendo l'Italia in una situazione unica in Europa: è raro che il numero di ricercatori vincitori all’estero sia maggiore di quello dei vincitori nel paese di appartenenza. [European Research Council]Grafico riscaldamento globaleGrafico riscaldamento globale

Il mistero del buco nero fuori scala. Un buco nero stellare dalla massa tre volte superiore al limite teorico previsto: la scoperta è stata recentemente pubblicata da Nature, e ora gli astronomi stanno cercando di stabilire gli scenari che spiegherebbero questo dato. Come scrive Claudio Elidoro in quest'articolo, "si preannunciano tempi di intenso lavoro non solo per gli astrofisici che si occupano di evoluzione stellare, ma anche per quelli che proveranno a spremere altri dati da quel problematico sistema". [Scienza in rete; Claudio Elidoro]
SCIENZA E SOCIETA'
La scienza comincia a studiare la politica. In un importante documento (“Understanding our political nature. How to ut knowledge and reason at the heart of political decision-making”) il Centro comune di Ricerca della Commissione europea affronta il problema della disinformazione scientifica e del populismo abbozzando una analisi scientifica delle decisioni politiche. E fa questo avvalendosi delle scienze comportamentali, sociali e umane che possono indicarci nuove strategie per ripristinare un rapporto di fiducia con gli esperti e le istituzioni, e immaginare un modo più efficace per promuovere una politica basata sulle prove scientifiche, attualmente sotto attacco. Il lavoro affronta fra gli altri i seguenti temi: percezione e disinformazione; ruolo dell’intelligenza collettiva; emozioni; valori e le identità; framing, metafora e narrazione; fiducia e scrutinio pubblico della scienza. [Joint research centre]

La morte di Davide Vannoni e un bilancio sul caso Stamina. Era il luglio del 2014 quando Roberta Villa e Antonino Michienzi pubblicavano il libro “Acqua sporca” sul caso Stamina di Davide Vannoni, deceduto lo scorso 10 dicembre. Un’inchiesta tempestiva che aiutava a smascherare e spiegare l’assurda vicenda che aveva umiliato la politica e un parte della sanità italiana. Un crowdfunding aveva reso possibile questo lavoro utile e importante, rendendolo liberamente disponibile anche oggi, per non dimenticare quella pagina nera della nostra storia, non poi così lontana. Il rifiuto, anzi l’orgoglioso disprezzo del metodo scientifico che ha costituito l’essenza di Stamina è oggi alla base della rivendicazione antiscientifica del populismo e dei sui nuovi nemici: i “sapientoni”. [Scienza in rete]

Il bilancio 2019 di #ScienzaInParlamento. Lanciato lo scorso 3 aprile, l’appello #ScienzaInParlamento è stato firmato da circa 6500 persone, con l’obiettivo di promuovere la creazione di un ufficio permanente di consulenza scientifica e tecnologica al Parlamento Italiano, affinché i nostri rappresentanti politici possano formulare proposte di legge informate. Mai come ora, infatti, ci sembra importante dare strumenti di informazione scientifica indipendente a sostegno delle decisioni politiche. In questi primi otto mesi di attività ci siamo mossi su diversi fronti: è stato costituito un sito (https://www.scienzainparlamento.org) e diffusa l’idea attraverso i social e vari organi di stampa; sono state alleanze con enti, fondazione e università sensibili al tema, contattato le forze politiche e imbastiti i primi rapporti con i vertici istituzionali del Parlamento, come con il vicepresidente della Camera Ettore Rosato. L’iniziativa è stata presentata e discussa in varie sedi, come il convegno presso la LUISS lo scorso 26 giugno, a cui ha fatto seguito la conferenza organizzata dai ricercatori italiani nel Regno Unito “Science, Policy and the Public in Italy”, svoltasi sabato 26 Ottobre a Cambridge (UK). A novembre #ScienzaInParlamento ha partecipato con un workshop rivolto agli studenti delle scuole superiori e universitari alla manifestazione della Fondazione Veronesi Science for Peace e a “Science meets Parliament 2019” in Slovenia il 15 novembre, ed infine all’incontro “Le fake news e il ruolo degli esperti nell’agorà digitale”, a Torino il 29 novembre. Nel 2020 #ScienzaInParlamento intende proseguire la sua campagna progettando un grande evento da tenere in Parlamento per mostrare concretamente come potrebbe funzionare un Servizio di consulenza scientifica legislativa di questo genere. Anche Scienza in rete, partner del progetto, vi terrà informati dei progressi di #ScienzaInParlamento. [#ScienzaInParlamento]

Per suggerimenti e commenti scrivere a: [email protected]
Se non vuoi più ricevere la newsletter clicca qui

PS: per tenere Scienza in rete fuori dallo spam aggiungi la nostra mail [email protected] tuoi contatti (per Gmail, vai a contacts.google.com e clicca su "crea contatto"). Se Scienza in rete finisce nelle promozioni di Gmail, trascinala nella casella della tua posta in entrata per non perdere mai un numero!

Segui Scienza in rete
logo facebook logo twitter logo twitter logo telegram logo youtube logo soundcloud

By:
logo nuovo zadig