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6 dicembre 2019
Italia in Europa
I risultati del Programme for International Student Assessment (universalmente noto con il suo acronimo: PISA) sono arrivati puntuali. Agli studenti italiani è toccato nuovamente sentirsi dire che non sanno leggere, contare, non sanno nulla di scienze. Accade dal 2000, anno di nascita del PISA, e ogni tre anni gli studenti italiani per un giorno diventano gli zimbelli d’Europa. Gli organizzatori asseriscono che i test fotografano la situazione e indicano quali politiche sono necessarie perché i giovani acquisiscano le competenze utili per primeggiare nei prossimi anni. Ma esiste anche una larga e autorevole schiera di detrattori che invece hanno un'opinione opposta: semplicemente bisognerebbe evitare di partecipare alla rilevazione. Su Scienza in rete una breve rassegna di queste argomentazioni e una prima breve analisi dei dati appena pubblicati cui seguiranno indagini più specifiche.
PLANET INTELLIGENCE
Un messaggio chiaro sull’emergenza climatica. Sette big della climatologia, oceanografia, ecologia hanno lanciato su Nature un appello circostanziato che suona così: la scienza non può ancora dire se non con molta incertezza quando avverranno quelle discontinuità che potrebbero accelerare il collasso climatico e ambientale del pianeta. Ma scommettere contro i punti di non ritorno (tipping points) non è affatto saggio. Artico e Antartico, Oceani, Amazzonia e permafrost sono i sorvegliati speciali. [Scienza in rete; Luca Carra]

La falsa promessa del gas naturale. Contagiato dal senso di urgenza che si respira anche nella 25esima Conferenza delle parti (COP25) di Madrid di questi giorni, anche il New England Journal of Medicine prende posizione sulla questione climatica dando la parola a Philip Landrigan, che in un editoriale tira un bilancio ambientale e sanitario della produzione di gas naturale degli Stati Uniti anche tramite fracking, la cui produzione è quadruplicata negli ultimi 60 anni. L’articolo si conclude con gli esempi di New York City, che si è data l’obiettivo di ridurre dell’85% le emissioni entro il 2050, e della Gran Bretagna, che per la stessa data si è posta l’obiettivo delle emissioni zero. [New England Journal of Medicine]

Exxon Mobil alla sbarra per il clima. Dove trovare le risorse per fronteggiare l’emergenza? In parte anche dalle multinazionali di carbone, gas e petrolio, che recentemente vengono interessate da cause legali miliardarie per danni che avrebbero potuto iniziare a mitigare decenni fa. Interessanti da questo punti di vista le due cause attualmente in corso negli USA (New York e Massachusetts) contro Exxon Mobil. La sola causa in corso davanti alla Corte Suprema dello Stato di New York chiede a Exxon 1,6 miliardi di danni. Non direttamente per la crisi climatica, ma per per le dichiarazioni mendaci che la Exxon avrebbe fatto ai suoi azionisti in merito ai potenziali costi futuri connessi alla crisi. [The Intercept]
CRONACHE DELLA RICERCA
Science sulla Agenzia nazionale per la ricerca. Mentre le sorti della Agenzia nazionale per la ricerca dipendono a questo punto dallo scrutinio parlamentare della legge di stabilità (art. 28) anche la rivista Science dà conto delle relazioni alla proposta. Due i punti dirimenti: che l’Agenzia non diventi uno dei tanti enti erogatori fra gli altri, ma si prenda in carico la gestione complessiva dei grant, e che l’agenzia non venga governata dalla politica ma da personale competente, come più volte ripetuto in queste settimane dal Gruppo 2003, il cui presidente Nicola Bellomo è stato intervistato da Science. Interessante anche la posizione del capo della segreteria tecnica del ministro, Fulvio Esposito: meglio chiudere il testo di legge ora in discussione senza entrare nei dettagli e darsi più tempo per disegnare al meglio la struttura dell’agenzia. [Scienze]

La biologia della domesticazione umana orchestrata da un gene. Uno studio appena pubblicato su Science Advances e guidato da Giuseppe Testa analizza il ruolo del gene BAZ1B nello sviluppo della cresta neurale dell'embrione, da cui origina il volto umano. Il lavoro rappresenterebbe una dimostrazione sperimentale della teoria secondo cui lievi alterazioni nello sviluppo della cresta neurale sarebbero alla base dell'autodomesticazione umana che accompagna l’evoluzione delle caratteristiche prosociali dell’uomo. [Scienza in rete; Anna Romano]

Lo sbadiglio non indica solo sonno: il caso del leone marino. Così quotidiano che di rado ci interroghiamo su di esso, lo sbadiglio in realtà ha ancora molti misteri per scienziati: tutto ciò che sappiamo, almeno per quanto riguarda lo sbadiglio spontaneo, è che nell'essere umano e negli altri primati è associato al ritmo sonno-veglia e agli stati di ansia; nelle specie con dimorfismo nella dimensione dei canini, inoltre, è indice di un arousal aggressivo. E ora, un nuovo studio evidenzia come lo sbadiglio spontaneo si presenti nelle stesse condizioni anche in un gruppo completamente diverso, quello dei leoni marini. [Scienza in rete; Anna Romano]
SALUTE
Chi vota Trump è più facilmente obeso e muore prima. Dal 1990 a oggi la salute degli abitanti USA negli Stati governati dai repubblicani è progressivamente peggiorato rispetto a quello degli Stati retti dai democratici. Secondo l’economista Paul Krugman questa differenza è la dimostrazione che il venir meno “Stati rossi” (repubblicani) di misure sanitarie e di welfare hanno fatto progressivamente peggiorare la speranza di vita alla nascita dei loro abitanti, in media meno istruiti e più inclini a stili scorretti di vita e all’obesità. [New York Times]

Per la cronicità servirebbe una sanità diversa. L’Italia ha licenziato il Piano nazionale cronicità nel 2016, avendo accumulato un ritardo di almeno una quindicina d’anni rispetto agli altri paesi. Ma non si può dire che questo strumento sia già in grado di incidere in maniera significativa sulla gestione della cronicità, che in Italia interessa 24 milioni di persone, generatori di una spesa complessiva superiore ai 70 miliardi di euro. L’argomento viene affrontato da Dagmar Rinnenburger, pneumologa, allergologa, da oltre vent’anni nel nostro Paese, autrice de “La cronicità. Come prendersene cura, come viverla” (Pensiero scientifico editore, 196 pagine, 16 euro). Un libro prezioso e utile, che si concentra sulla sofferenza di malati e famiglie abbandonate dal sistema, e lasciate solo nella fatica di adattarsi agli inevitabili compromessi con la malattia. La recensione di Eva Benelli. [Scienza in rete; Eva Benelli]
TEMPI MODERNI
Pattern musicali universali. La musica è spesso considerata un universale umano, che emerge da un adattamento evolutivo specifico alla musica e/o un sottoprodotto di adattamenti per l'affetto, il linguaggio, il controllo motorio e la percezione uditiva. Ma l'universalità non è mai stata dimostrata sistematicamente ed è messa in discussione dalla grande diversità della musica tra le culture. Science ha pubblicato una analisi della musica vocale di tutto il mondo a partire da un corpus di testi etnografici rappresentativo di società per lo più di piccole dimensioni. L'analisi del corpus etnografico mostra che la variazione dei fenomeni musicali e canori è ben caratterizzata da tre dimensioni: formalità, livello di eccitazione, religiosità. In tutte le culture le musiche hanno pattern simili a seconda che siano suonate in questi contesti: eventi cerimoniali pubblici a cui partecipano adulti oppure situazioni familiari in presenza di bambini; eventi vivaci a cui partecipano molte persone oppure quelli più tranquilli e raccolti; cerimonie sciamaniche e canti funerari oppure celebrazioni comunitarie senza una impronta spirituale. Inoltre emerge che la musica è regolarmente associata a contesti comportamentali come la cura dei bambini, la guarigione, la danza e l'amore. Queste analisi mostrano come l'applicazione degli strumenti delle scienze sociali computazionali alla produzione culturale sia uno strumento efficace per rivelare sia caratteristiche universali sia variabilità interne alla cultura indagata. [Science]Grafico riscaldamento globale

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