fbpx L'invisibile meraviglia | Scienza in rete

L'invisibile meraviglia

Primary tabs

Read time: 3 mins

E’ il primo catalogo sfogliabile e multimediale mai realizzato per una mostra scientifica italiana. La mostra è “L’invisibile Meraviglia”, realizzata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e ospitata a Torino dal Museo Regionale di Scienze Naturali dal 14 aprile al 7 luglio, in vista di ESOF 2010.

Dopo la grande ribalta mediatica dell’acceleratore del Cern, Lhc e ad esempio in Italia il sorprendente successo di mostre come Astri e particelle a cura di Infn, Inaf e Asi, è probabilmente tramontata per sempre l’idea che il racconto della fisica fondamentale non possa avvicinare e coinvolgere il grande pubblico.

Usciti dalla cerchia ristretta di esperti e addetti ai lavori, temi come l’esplorazione dei costituenti ultimi della materia, la ricerca sull’origine e l’evoluzione dell’Universo o le sfide tecnologiche dei grandi acceleratori richiedono di essere raccontati e comunicati in modi originali. Ricorrendo anche  a quei canali e strumenti della comunicazione di massa, che grazie soprattutto al web si sono moltiplicati e sono divenuti sempre più multimediali e interattivi.

Il catalago dell’ “L’invisibile meraviglia” è in questo senso un prototipo unico, che tenta di riproporre in sé gli elementi multimediali e interattivi della mostra, dimostrando anche per questa via che la fisica fondamentale può essere comunicata, senza dimenticarsi dei suoi contenuti, in modo avvincente e convincente.

E’ così che il catalogo, come in un libro parlante, aggiunge a testi ed immagini, suoni, video e interviste ad alcuni protagonisti italiani della ricerca in questo campo: Roberto Petronzio, Carlo Rubbia, Guido Tonelli, Antonino Zichichi e Margherita Hack. L’intervista parallela di questi ultimi due scienziati (realizzata da Marco Malaspina e Stefano Parisini dell’Inaf),  diverte per l’asimmetria delle risposte, ma induce a riflettere anche su come il confronto e la dialettica di punti di vista alimenti lo sviluppo della scienza (senza mai divenire ideologico).

Ma il discorso coinvolge anche quelle applicazioni, insostituibili nella nostra vita di tutti i giorni, che anche se non previste,  prima o poi arrivano sempre da ogni genuino progetto di ricerca fondamentale. E’ il caso ad esempio della radioterapia o di una tecnica terapeutica d’avanguardia come l’adroterapia, che consentono di curare i tumori accelerando le particelle con macchine, assai simili a quelle della fisica fondamentale. Per non parlare degli straordinari metodi di diagnosi e imaging che la fisica ci ha fornito nell’ultimo secolo, consentendoci di guardare dentro il corpo umano. O ancora della datazione di oggetti antichi e reperti archeologici e infine della possibilità di analizzare, grazie agli acceleratori ed altre tecnologie, la composizione e la struttura di opere d’arte.

E il catalogo dà conto dei diversi linguaggi e delle suggestioni visive usate in mostra per svelare al pubblico una prospettiva inusuale anche su questi aspetti  della nostra  esperienza più comune. Spetta ai lettori giudicare se riesca con successo a integrare tanti e così diversi livelli di comunicazione. Intanto, buona iperlettura.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Dopo l’alluvione dell’Emilia Romagna va ripensato tutto

Evento eccezionale ma non irripetibile, l'alluvione che ha allagato un terzo della pianura romagnola, con altissimi costi umani ed economici, sfida i luoghi comuni e i vecchi modi di agire. D’ora in poi deve essere chiaro che questi eventi estremi non saranno evitabili. Si dovrà imparare a conviverci preparandosi meglio, e soprattutto mettendo in atto misure più radicali e adatte al cambiamento climatico in atto, come ridare spazio ai fiumi allontanando case e stabilimenti dal loro alveo, e applicare soluzioni “basate sulla natura”. Immagine: tratta dal video di The Walking Nose "La mia alluvione" su Youtube.

Era già tutto previsto. L’allerta meteo, idrogeologica e idraulica di lunedì 15 maggio 2023, dopo una prima sottovalutazione, aveva dato un allarme forte e chiaro. A cominciare dal giorno dopo una valanga d’acqua si sarebbe riversata sulla Romagna e un tratto dell’Emilia, con rischio altissimo di frane e inondazioni. La protezione civile, i vigili del fuoco, la guardia di finanza, gli addetti al consorzio di bonifica, i volontari.