newsletter finesettimana #65
finesettimana #65 / 25 febbraio 2022 a cura di Chiara Sabelli
Buon venerdì,
questa settimana condividiamo un articolo scritto per Scienza in rete dall'epidemiologo Eugenio Paci.
Paci parte dalla domanda che è periodicamente tornata al centro del dibattito pubblico e mediatico
durante la pandemia: i morti ufficialmente attribuiti a Covid-19 sono davvero stati causati dall'infezione?
Stiamo sovrastimando l'impatto dell'epidemia? Se fossimo in Inghilterra, questa domanda troverebbe
risposta nei rapporti sulla mortalità che l'Office for National Statistics (ONS) pubblica mensilmente.
Nell'ultimo, pubblicato questa settimana con i dati da marzo 2020 a gennaio 2022, l'ONS ha stimato che
circa l'88% delle quasi 156 mila persone il cui certificato di morte conteneva una menzione di Covid-19 sono morte *a causa* di Covid-19.
Si tratta di 137 442 morti. Questa valutazione è possibile grazie a un'analisi automatizzata dei certificati di morte,
che in Italia purtroppo manca. L'ultima analisi per causa di morte nel nostro paese è stata pubblicata lo scorso anno
ed è relativa ai primi due mesi della pandemia, marzo e aprile 2020.
Diamo poi alcuni suggerimenti di lettura dai giornali internazionali.
Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l'iscrizione) |
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I morti "con Covid-19" sono una stima realistica dei morti "per Covid-19"
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di Eugenio Paci
L’ipotesi che una parte consistente dei decessi del sistema informativo ufficiale Covid-19 siano stati causati non dalla epidemia ma da altre patologie pregresse è ancora al centro della discussione. In questo ultimo periodo, la stessa considerazione è stata fatta anche sui ricoveri: si è diffusa l’idea che siano stati conteggiati tra i ricoveri per Covid-19 anche quelli di coloro che non avevano sintomi dovuti all’infezione, ma si trovavano in ospedale per altre ragioni.
Se fossimo in Inghilterra, questo dibattito sarebbe disinnescato dal rapporto sulla mortalità pubblicata ogni mese dall’Office for National Statistics che, grazie a un sistema di analisi automatica delle cause di morte, stima quante delle persone per cui Covid-19 compariva in un punto qualunque del certificato di morte sono morte a causa di Covid-19. I dati raccolti e analizzati da marzo 2020 a gennaio 2022 dall’ONS dicono che l’88% dei morti “con Covid-19” è morto “per Covid-19”. Dall’altra parte ci sono i morti ufficialmente attribuiti a Covid-19 in Inghilterra, coloro che sono deceduti entro 28 giorni da un tampone positivo. Questi sono un po’ meno di quelli “con Covid-19”: al 31 gennaio 2022 erano 137 442, l’88% circa di quelli con Covid-19 che erano 155 996. La conclusione che possiamo trarre è che il bilancio ufficiale delle vittime della pandemia è una stima realistica del numero di persone che sono morte a causa di Covid-19.
E in Italia? Da noi, il sistema informativo Covid-19 è gestito dalla Protezione Civile e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che pubblica giornalmente il numero dei soggetti positivi a Covid-19 che sono deceduti. L’ISS ha pubblicato il 10 gennaio 2022 il rapporto “Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all'infezione da SARS-CoV-2 in Italia” in cui analizza le caratteristiche di 138.099 pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 in Italia dall’inizio della sorveglianza. In un sottoinsieme casuale di 8.436 decessi sono state esaminate le cartelle cliniche e individuate le principali patologie preesistenti e le complicanze. Invece, l’Istituto nazionale di Statistica (ISTAT) è responsabile del sistema informativo di mortalità totale e per causa di morte. ISTAT ha recentemente rilasciato i dati preliminari di mortalità totale distinti per regione e comune fino a novembre 2021 (i dati di dicembre 2021 sono preliminari). L’unico rapporto completo sulle cause di morte si riferisce alla prima ondata del marzo-maggio 2020.
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Altre notizie
Ricercatori e giornalisti scientifici prendono le distanze da Putin
In una lettera aperta, quasi quattrocento tra ricercatori e giornalisti scientifici
hanno preso le distanze dall'invasione russa del territorio ucraino. La ricerca scientifica
non si può portare avanti senza la collaborazione degli scienziati di tutto il mondo, hanno scritto.
La comunità scientifica russa sta già subendo i primi effetti collaterali. Le società che riuniscono
i matematici in diversi paesi del mondo hanno annunciato che non parteciperanno al congresso internazionale
dei matematici che si terrà a Mosca a luglio
[Science]
La guerra minaccia altri settori oltre a quello dell'energia
È a rischio il settore alimentare. La Russia e l'Ucraina rappresentano insieme più di un quarto delle esportazioni globali di grano,
mentre l'Ucraina da sola costituisce quasi la metà delle esportazioni di olio di girasole.
Entrambi sono prodotti chiave utilizzati in molti prodotti alimentari. L'Ucraina è anche il primo fornitore di mais alla Cina.
Un altro settore in pericolo è quello dei trasporti, in particolare su rotaia.
Dal 2011, sono stati stabiliti regolari collegamenti ferroviari per le merci tra la Cina e l'Europa.
Anche se la ferrovia trasporta solo una piccola parte del trasporto totale di merci tra l'Asia e l'Europa,
ha giocato un ruolo vitale durante le recenti interruzioni del trasporto e sta crescendo costantemente.
Infine i metalli. La Russia e l'Ucraina guidano la produzione globale di metalli come il nichel, il rame e il ferro.
Sono anche ampiamente coinvolti nell'esportazione e nella produzione di altre materie prime essenziali come il neon, il palladio e il platino,
critici per la produzione dei microchip. I timori di sanzioni alla Russia hanno fatto aumentare il prezzo di queste materie prime
[The Conversation]
Per rendere l'editoria scientifica più rappresentativa i ricercatori dovranno condividere informazioni sensibili con le riviste su cui intendono pubblicare
Dall'anno prossimo, i ricercatori dovranno prepararsi a rispondere a una serie di domande delicate
ogni volta che inviano i loro articoli alle riviste scientifiche e quando rivedono o modificano i manoscritti.
Più di 50 editori che rappresentano oltre 15 000 riviste a livello globale chiederanno agli scienziati la loro provenienza geografica
e il loro genere nel tentativo di raccogliere dati sulla diversità dei ricercatori in tutto il mondo e aumentare la rappresentatività
nel mondo della scienza
[Nature]
Ecco perché Demis Hassabis ha fondato DeepMind
Il successo di AlphaFold è parte di una storia più grande,
che segnala un cambiamento di direzione per il laboratorio di intelligenza artificiale.
L'attenzione dell'azienda si sta spostando dai giochi alla scienza,
dove spera di avere un maggiore impatto sul mondo reale.
Affrontare problemi scientifici è l'obiettivo che Hassabis si è prefissato di raggiungere,
ed è ciò che vuole gli venga riconosciuto. «Questo è il motivo per cui ho fondato DeepMind», dice.
«In realtà, è il motivo per cui ho lavorato tutta la mia carriera nell'intelligenza artificiale»
[MIT Technology Review]
Negli Stati Uniti metà delle interruzioni volontarie di gravidanza sono state effettuate con una pillola abortiva
Questo il dato raccolto nel 2020 dal Guttmacher Institute, un'organizzazione di ricerca che sostiene il
diritto di aborto. Un aumento sostanziale rispetto al 2017, quando solo il 34% delle interruzioni avveniva
in modo farmacologico. La pandemia ha accelerato questa dinamica. Nell'estate del 2020 infatti il governo federale
ha acconsentito alla richiesta di diversi gruppi sanitari che chiedevano di autorizzare l'assunzione della pillola abortiva RU-486
anche a casa, ricevendola via posta, per minimizzare il rischio di contagio.
Fino a quel momento, infatti, era necessario recarsi in una clinica e assumerla sotto supervisione medica.
Dopo un dietrofront imposto dalla corte suprema su pressione dell'amministrazione Trump all'inizio del 2021,
a dicembre 2021 l'FDA ha cancellato per sempre l'obbligo di somministrazione in presenza
[The New York Times]
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