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24 gennaio 2020
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Il documento “Understanding our political nature”, firmato dai ricercatori del Centro Comune di Ricerca della Commissione europea, cerca di capire come “porre la ragione e la conoscenza nel cuore delle decisioni politiche”. Dove stiamo sbagliando nel travagliato rapporto tra scienza e politica? Quale può essere il peso delle prove nella formazione delle deliberazioni pubbliche? E che tipo di autonomia può rivendicare la politica rispetto ai “fatti” scientifici? Il documento è solo l’inizio di una riflessione che proseguirà nei prossimi anni nell’ambito del programma europeo Enlightment. Per approfondire leggi qui. 2.0.
POLITICA DELLA RICERCA
Venti di politiche “darwiniane” per la ricerca in Francia. Bufera sul presidente del Consiglio nazionale delle ricerche francese (CNRS) Antoine Petit che ha invocato una legge che imposti la nuova programmazione della ricerca e i relativi fondi in modo profondamente “disuguale” per spingere la ricerca competitiva secondo criteri definiti “darwiniani”. La dichiarazione, uscita sul giornale Les Echos, ha scatenato le proteste pressoché unanimi del mondo della ricerca francese, fra cui i presidenti dei consigli scientifici del CNRS. È stato fatto presente, fra le altre cose, che privilegiare solo certe realtà di ricerca con selezioni molto spinte e competitive finirebbe per privilegiare un tipo di ricerca “conservativa” e non quella più originale che nasce tipicamente in un ambiente più egualitario. Petit ha ammesso che forse la scelta del termine darwiniano non era appropriata, ma ha peggiorato la situazione confrontando il mondo della ricerca scientifica al campionato di calcio, “dove non tutti possono ambire a giocare nella World Champion”. La legge andrà in discussione al Parlamento francese verso febbraio. Si prevedono scioperi. E in francesi, con gli scioperi, non scherzano. [Times higher education]
CRONACHE DELLA RICERCA
Se il lupo riporta la palla. La capacità dei cani d'interpretare i segnali di comunicazione umani, come l'incitamento a riportare un oggetto, è solitamente considerata un effetto della domesticazione. Uno studio recentemente pubblicato su iScience, però, riporta che anche i cuccioli di lupo possono (seppur di rado) decidere di riportare una pallina da tennis che viene loro lanciata. I risultati del lavoro suggeriscono che questa capacità sia già presente nei lupi e abbia rappresentato un target per la pressione selettiva durante il corso del processo di domesticazione. [Scienza in rete; Anna Romano]

Via i ratti, tornano le sterne a Ventotene. Grazie al progetto Life PonDerat, sull'isola di Ventotene tornano a involarsi i pulcini di berta maggiore, a lungo minacciati dalla presenza del ratto nero, una delle specie più invasive al mondo, che ne preda uova e nidiacei. Un successo per la conservazione e un primato positivo tutto italiano. Ora la sfida è impedire ai ratti di tornare sull'isola. [Scienza in rete; Laura Scillitani]

PLANET INTELLIGENCE
Terra calda e radioattiva. “Per la prima volta il segnale dei neutrini prodotti dai processi di decadimento radioattivo di uranio e torio distribuiti nel mantello terrestre è stato chiaramente osservato, permettendo di escludere al 99% l'ipotesi di assenza di radioattività nelle profondità della Terra”, spiega Gioacchino Ranucci, ricercatore della Sezione INFN di Milano e co-responsabile della collaborazione scientifica Borexino. L’esperimento sui geoneutrini, condotto nei laboratori INFN nelle viscere del gran Sasso, avvalorano infatti che la sottile crosta terrestre poggia sul mantello terrestre (3.000 km di spessore) in cui sono presenti uranio e torio. Il decadimento di questi due elementi produrrebbe più della metà del calore terrestre, oltre che l’attività dei vulcani, terremoti e lo stesso campo magnetico del pianeta. [Physical Review]

Dalla carota di ghiaccio nuove conferme paleoclimatiche. Nell’arco di 120.000 anni, il ghiaccio marino, dopo aver toccato la massima estensione circa 20.000 anni fa, ha cominciato a ridursi per la deglaciazione fino a stabilizzarsi a un’estensione minima da 11.000 anni fa per tutto il periodo dell’Olocene. Lo ha stabilito l’Istituto di scienze polari del CNR analizzando una carota di ghiaccio di 584 metri estratta nel 2015 in Groenlandia. Ora la nuova sfida è di “poter misurare la carota che verrà estratta dalla calotta antartica nel progetto Beyond-Epica, che si stima possa coprire l’ultimo milione e mezzo di storia climatica della Terra”, spiega Niccolo Maffezzoli, ricercatore del Cnr-Isp. Si estenderebbe così il quadro paleoclimatico con nuove conferme dell’eccezionalità del trend di riscaldamento - e scioglimento dei ghiacci - attuale. [Climate of the Past]

Un gas serra 12.000 volte più dannoso della CO2 rilasciato illegalmente. Non è vero che il gas HFC-23 sia stato quasi completamente eliminato grazie all’impegno di India e Cina. Le emissioni, infatti, hanno raggiunto il massimo storico di 15.900 tonnellate, equivalenti alla produzione annuale di circa 50 centrali elettriche a carbone, si sostiene in un paper su Nature Communication. L'HFC-23 viene utilizzato per frigoriferi e condizionatori d'aria, e viene emessa in atmosfera durante la produzione di HCFC-22, un'altra sostanza chimica utilizzata nei sistemi di raffreddamento nei paesi in via di sviluppo. Dopo che i ricercatori dell’Università di Bristol hanno segnalato le emissioni anomale, l’associazione Environmental Investigation Agency, che monitora i crimini ambientali, ha ipotizzato il coinvolgimento della Cina che ha il 68% della capacità di produzione del gas, in fase di graduale eliminazione a livello globale in base al Protocollo di Montreal. [Nature]

SALUTE
Coronavirus, sarà pandemia? Sulla base delle informazioni al momento disponibili, si ritiene possibile che nuovi casi vengano diagnosticati anche in altri paesi. Attualmente l’ECDC valuta come moderata la probabilità di osservare, nell’Unione europea, casi di infezione da 2019-nCoV in viaggiatori provenienti da Wuhan. La situazione è comunque in rapida evoluzione, e probabilmente sottostimata nella sua reale entità. L’OMS ha diramato le seguenti raccomandazioni generali:
  • evitare il contatto stretto con soggetti affetti da infezioni respiratorie acute;
  • lavare frequentemente le mani, in particolare dopo contatto con persone malate o con il loro ambiente;
  • evitare contatti non protetti con animali di fattoria o selvatici;
  • persone con sintomi di infezione acuta delle vie aeree dovrebbero mantenersi a distanza, coprire colpi di tosse o starnuti con fazzoletti usa e getta o con i vestiti e lavarsi le mani;
  • rafforzare, in particolare nei pronto soccorso e nei dipartimenti di medicina d’urgenza, le misure standard di prevenzione e controllo delle infezioni.
Sulla pagina di Epicentro tutele le informazioni più aggiornate.  [Epicentro]
TEMPI MODERNI
Gli spyware sono armi. Il telefono di Jeff Bezos è stato hackerato con una semplicità disarmante. Durante una cena nell’aprile 2018 il patron di Amazon e il principe saudita Mohammed bin Salman si sono scambiati i numeri di cellulare. Pochi gironi dopo il principe ha inviato sul WhatsApp di Bezos un video contenente un malware che poi avrebbe permesso di trasmettere dati riservati e spiarne l’attività. Gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite pensano che l’hackeraggio sia collegato all’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, editorialista del Washington post (di proprietà di Bezos) ucciso nel consolato turco dell’Arabia Saudita nell’ottobre 2018. L’intrigo internazionale passa anche per Milano. L’azienda che avrebbe confezionato il malware potrebbe essere la Memento Labs (ex Hacking Team). Caduta in disgrazia nel 2015 in seguito alla pubblicazione di leak che avevano rivelato la sua attività è stata poi rifondata grazie a investimenti dall’Arabia Saudita. Ora avrebbe tra i propri clienti sia il ministero dell’interno sia la polizia segreta sauditi. Anche in seguito a questo e ad altri casi simili, gli esperti di sicurezza chiedono che i governi provvedano a controllare e limitare l’esportazione degli spyware esattamente come avviene per il mercato delle armi. [Technology review]

Xenobot, l’alba del robot cellulare. Dal computer (anzi, supercomputer) alle cellule viventi: il lavoro pubblicato questa settimana su PNAS descrive la creazione di un nuovo sistema di vita, un robot nato dal riassembramento di alcune cellule staminali di X. laevis e basato sui modelli proposti da un supercomputer. Questi nuovi robot, chiamati xenobot, sono quindi cellule epiteliali e cardiache artficialmente "montate" dai ricercatori per poter svolgere alcune azioni, come muoversi o spostare piccoli oggetti. Oltre a fornire un'importante possibilità di studio sulla base di forma e funzione degli organismi viventi, è possibile pensare per gli xenobot una vasta gamma di applicazioni. [Scienza in rete; Anna Romano]

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