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20 dicembre 2019
Italia in Europa
Gli studenti non comunitari delle università italiane sono 180.000, pari al 10% del totale. Di questi, una piccola parte sono i rifugiati, spesso in possesso di un titolo superiore. L’Italia è stato il primo paese ad adottare il programma europeo U4Refugees, che apre corridoi educativi per chi sbarca nel nostro paese per chiedere protezione internazionale. Su circa 200 domande all’anno presentate da rifugiati, CRUI assegna annualmente 100 borse di studio per l'accesso ai corsi di laurea e a dottorati di ricerca. A questa iniziativa si aggiunge il lavoro delle onlus che insieme ai centri SPRAR e ad alcune università promuovono attivamente il diritto allo studio di chi raggiunge il nostro paese fuggendo da guerre, miseria e persecuzioni. Con questo articolo Scienza in rete dà il via a una serie di inchieste sullo “sbarco di cervelli” per conoscere meglio questa realtà e farla crescere.
POLITICA DELLA RICERCA
Parte l’Agenzia Nazionale per la Ricerca. L’Agenzia Nazionale per la Ricerca è stata approvata al Senato. Rispetto ai timori iniziali di un legame troppo stretto con i ministeri di riferimento, l’Agenzia prevede ora un meccanismo che ne garantisce l’autonomia. Il direttore, in carica per 4 anni, sarà scelto dal premier “su una rosa di venticinque nominativi, preventivamente selezionati da una commissione di valutazione. La commissione sarà, a sua volta, formata da cinque membri scelti ciascuno dal ministro dell'Istruzione, dal presidente dell'Agenzia di valutazione Anvur, dal vicepresidente del Comitato di esperti per la politica della ricerca (Cepr), dal presidente del Consiglio europeo della ricerca (Erc) e dal presidente della Fondazione europea della Scienza (settanta istituzioni scientifiche di trenta Paesi)”. Fanno parte della struttura un direttivo di nomine ministeriale, CRUI, CUN, Consulta dei presidenti degli enti pubblici e Accademia dei Lincei. Il direttivo sarà supportato da un Comitato scientifico. Con una dotazione a regime di 300 milioni di euro all’anno, l’ANR avrà il compito di gestire fondi di investimento per la ricerca, fra i quali fra i quali FIRB, PRIN, FAR, First e FAS, quindi ricerca di base ma anche industriale. [La Repubblica]
PLANET INTELLIGENCE
I politici non sono (quasi mai) all’altezza delle sfide del clima. COP25 è fallita sul piano delle decisioni politiche. Il commento di Chiara Soletti di Italian Climate Network sottolinea come sia l’articolo 6 dell’Accordo di Parigi dedicato ai mercati del carbonio, sia l’articolo 8 sul meccanismo di risposta alle perdite e danni da cambiamento climatico (Loss and damage) siano sostanzialmente al palo. Aspetti positivi: l’approvazione inaspettata del “Piano per le azioni di genere” e il grande coinvolgimento della società civile e i giovani anche in questa COP. Delusione anche da parte dell’epidemiologo Paolo Vineis, che ha partecipato alla COP25 come esperto di co-benefici clima-salute: “Alcune parole d’ordine degli eventi paralleli che avrebbero potuto influire sullo stile della politica non sono filtrate a livello delle negoziazioni: elevare il livello di ambizione; affrontare il problema con flessibilità, capacità di risposta e senso di responsabilità; coniugare innovazione tecnologica e advocacy. Hanno prevalso gli egoismi nazionali secondo il classico scenario della "tragedy of the commons", la tragedia dei beni comuni che sembrano non appartenere a nessuno”. [Scienza in rete; Paolo Vineis]

Il green new deal predilige la verdura. Uno studio dell’Università di Oxford e uno dell’Università del Minnesota chiariscono l’entità del co-beneficio salute-ambiente di una dieta vegetale rispetto a una carnivora: una persona che consuma 50 grammi di carne rossa trattata al giorno ha una probabilità aumentata del 41% di morte prematura. Rispetto a una porzione di 100 grammi di verdura, una porzione di carne rossa di 50 grammi è associata a emissioni di gas serra 20 volte maggiore e un consumo di suolo 100 volte maggiore. Secondo il grafico riportato dalla rivista Economist, “adottare una dieta vegana per due terzi dei pasti potrebbe ridurre del 60% le emissioni di carbonio legate all'alimentazione.” [The Economist] Grafico Economist adottare una dieta vegana per due terzi dei pasti potrebbe ridurre del 60% le emissioni di carbonio legate all'alimentazione

In Italia aumentano gli emigrati e diminuiscono gli immigrati. Nel 2018 sono emigrate dall’Italia 157 mila persone (+1,2% sul 2017). Di queste, quasi tre su quattro riguardano emigrati italiani (117 mila, +1,9%). Le immigrazioni in Italia sono state invece circa 332 mila, per la prima volta in calo rispetto all’anno precedente (-3,2%) . Più di cinque su sei riguardano cittadini stranieri (286 mila, -5,2%). [ISTAT]
SCIRE JOBS
Progetto europeo InnoVar (CREA): aperti i bandi per nuove posizioni. Il progetto europeo InnoVar (durata 4,5 anni) mira a potenziare e migliorare i processi decisionali e l’efficienza delle prove condotte in Europa per registrare nuove varietà vegetali nel Catalogo europeo. Si utilizzerà un approccio integrato che incorpora genomica, fenomica (analisi del fenotipo delle piante) e “machine learning”. L'aggiornamento dei test sulle varietà in Europa (a partire dal frumento) aiuterà a identificare le piante in grado di sopravvivere a condizioni climatiche estreme. Pubblicati i bandi CREA per l’assunzione di un tecnologo e un collaboratore tecnico per il progetto. [Scienza in rete]
SCIENZA E SOCIETA'
Populismo e lotta contro i cibi sani: il caso Nutri-Score. Il populismo se la prende pure con il Nutri Score (forse perché inventato dai francesi...), un sistema di informazione nutrizionale che indica con un'etichetta a colori e lettere la maggiore o minore salubrità del cibo. Da noi è stato attaccato da Salvini (ma anche il ministro Speranza ha avuto da ridire) perché sarebbe uno strumento dell'Europa per colpire i prodotti tipici italiani. Ma non è così, l'Europa peraltro non lo ammette ancora, ma è ormai in uso in molti paesi e raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità. Per questo un gruppo di ricercatori (Vineis, Ricciardi, Garattini, Riboli e Serafini) hanno scritto un articolo per Scienza in rete per ristabilire la verità su questo utile strumento di sanità pubblica. [Scienza in rete]

Un buona dose di matematica pura aiuta a risolvere problemi pratici. L’esame PISA è in gran parte un test di matematica applicata (per esempio una domanda chiede agli studenti di calcolare la lunghezza di un ingresso con porta girevole), non una soluzione di equazioni. Eppure gli studenti con maggiori conoscenze di matematica pura sono stati in grado di risolvere meglio proprio le domande di matematica applicata. Le competenze passano anche per le nozioni, un’ottima notizia per l’Italia, uno dei paesi in cui la matematica pura viene insegnata in tutti gli ordini di scuole (riducendo il divario tra studenti di classi sociali diverse che invece esiste in molti altri sistemi scolastici). [The hechinger report]grafico PISA matematica pura
SALUTE
Fra Martino lavamano… Come ogni dicembre, anche questo è arrivata la Christmas Edition del British Medical Journal (BMJ), che dedica un articolo all’idea di prevenire la trasmissione dei virus gastrointestinali e respiratori, comuni tra i bambini e causa della maggior parte delle loro assenze scolastiche, insegnando loro come lavarsi le mani in modo corretto. Per farlo hanno scritto una rivisitazione della canzone popolare Fra Martino campanaro, che in inglese suona così: “1. Scrub your palms 2. Between the fingers 3. Wash the back, wash the back 4. Twirl the tips around 5. Scrub them upside down 6. Thumb attack! Thumb attack”. [Scienza in rete; Debora Serra]
TEMPI MODERNI
Sul lettino ma senza prove. Una forma di bias sembra difendere la psicoanalisi dall’accusa di pseudoscienza. Eppure, come sostiene Gilberto Corbellini a conclusione di un infervorato dibattito, la psicoanalisi è fondata su una teoria della mente che non ha un senso biologico, in quanto generica e non confutabile. E, almeno finora, una reale efficacia non pare provata. [Scienza in rete; Gilberto Corbellini]

To have and have not. Secondo il "Global wealth report 2019" di Credit Suisse Research Institute, i milionari in tutto il mondo sono ora 46,8 milioni, con un aumento di 1,1 milioni a partire dalla metà del 2018. Ad avere più di un milione (di dollari) sono 19 milioni di americani, 4 milioni di cinesi, 3 milioni di giapponesi e 2 milioni di tedeschi. Tutti in crescita tranne alcuni paesi fra cui l’Italia (1,4 milioni). Ma le disuguaglianze? Ora l’1% dei più ricchi possiede il 45% della ricchezza mondiale, leggermente in discesa rispetto al picco del 2016, spiega la banca; il 10% più ricco ha l'82%. Il 50% più povero ha meno dell'1%. [Credit Suisse]

Perché in politica le bugie premiano. Boris Johnson e Donald Trump godono entrambi di un vasto consenso nonostante le numerose affermazioni dichiarate del tutto o parzialmente false in seguito a un nemmeno troppo approfondito controllo. In condizioni particolari, come spiegato sull’American Sociological Review, quando le persone si sentono private dei loro diritti ed escluse da un sistema, accettano le menzogne di un politico che afferma di essere un paladino del mitico “popolo" contro l’altrettanto mitico ”establishment" o "élite". In queste circostanze specifiche, le violazioni di un comportamento sostenuto da questa élite - come l'onestà, l'equità, l’accoglienza - possono diventare un segnale che un politico è un autentico campione del "popolo" contro l'"establishment". Vengono perdonate quindi le menzogne a chi sembra mentire a fin di bene: questi politici sono percepiti come più autentici ed emanano un carisma che i politici semplicemente onesti e rigorosi non posseggono. [The Conversation]

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