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…encore un effort si vous voulez être républicains!
(de Sade)
Premesso che mi convincerò dell’esistenza delle due bambine geneticamente editate tramite CRISPR solo quando saranno viste e controllate da un team di ricercatori indipendenti, si può stare al gioco e accettare, per il piacere di discutere, i dati forniti volontariamente da He Jankui, come ipotetico caso di studio. L’intervento di Bucci e Carafoli solleva la questione dell'affidabilità dei dati scientifici discussi pubblicamente e delle controversie disinfornate che si possono generare. Se il caso fosse vero, l’esperimento solleverebbe diverse questioni, di cui tre sono a mio giudizio le più interessanti:
La questione di cui al primo punto è stata a più riprese discussa nel secolo scorso da qualche scienziato, da qualche divulgatore o da qualche scrittore, ed è diventata un tema seriamente analizzato agli inizi degli anni Settanta; poi ancora nei dintorni del 1990, quando è stata effettuato il primo intervento clinicamente controllato ed eticamente approvato di terapia genica: fu stabilito, a larga maggioranza e mai più messo in discussione, che sulla linea germinale non si deve intervenire. Noi non avremmo il diritto di interferire con il caso e la selezione naturale, cioè con la “naturale” determinazione del pool genico della future generazioni.
Le perplessità ragionevoli riguardavano il fatto che molti geni malattia sono stati selezionati dagli agenti infettivi perché davano un vantaggio agli eterozigoti. Sarebbe stupido privare le future generazioni di geni che sono patogeni in omozigosi ma proteggono l’eterozigote (ma se il gene drive eliminasse le zanzare vettrici di malaria, perché no?). Inoltre, alcune varianti del gene potrebbero codificare per proteine diverse a seguito dei rimaneggiamenti (splicing), con effetti diversi sul fenotipo, di tipo polifunzionale. Infatti, il gene CCR5 (modificato da He) è polifunzionale, perché implicato nella resistenza ai virus HIV e anche in modifiche che interessano aree del cervello correlate con la memoria a breve termine e l’apprendimento.
Non penso si debba considerare eccezionale o intoccabile la linea germinale, rispetto a quella somatica. Nella misura in cui si conosceranno le funzioni dei geni, vi saranno le prove – intendo solide indicazioni dopo sperimentazioni su animali – che gli effetti “collaterali” non saranno dannosi e l’impatto a livello popolazione rimane inesistente, si dovrebbe consentire l’intervento sulla linea germinale umana.
L’argomento per cui mancherebbe il consenso dei nascituri è debole, perché oggi i genitori non chiedono il consenso ai nascituri quando decidono di far nascere un bambino pur sapendo che sarà gravemente malato. Ricordo le discussioni sui donatori di midollo programmati, dove si è visto che i bambini messi al mondo per usare il midollo o il cordone ombelicale non sono stati trattati come un mezzo, ma anch’essi come un fine (Kant).
La questione di cui al secondo punto dipende dal fatto che non sono state sviluppate delle linee guida internazionalmente negoziate su come procedere nell’editare il genoma umano. Tutti riconoscono che He ha commesso errori, ed è fuori discussione che la competenza e l’etica nella good clinical pratice sono inseparabili. Gli errori sono probabilmente anche la conseguenza del fatto che non poteva chiedere supporto a ricercatori più bravi né far circolare l’informazione sull’esperimento – che di sicuro però era noto al Ministero della Salute cinese, dove He pare fosse di casa. È chiaro che il nostro è stato un pasticcione, ma questa è una conseguenza anche del clima esageratamente di sospetto e moralista che nel mondo occidentale interessa la ricerca biomedica, a causa di cambiamenti culturali e tragici misfatti. Non vorrei essere tacciato di blasfemia, ma noi celebriamo Pasteur, Koch, Behring, e molti altri in quanto eroi della medicina, ma gli esperimenti imprecisi, ovvero temerari e in diversi casi mortali, che effettuarono su soggetti umani, li consegnerebbero oggi al carcere per molti anni. Non sto relativizzando.
La questione di cui al punto tre si presterebbe a una lunga discussione etico-sociologica. Penso che la moratoria chiesta da Lander&Co sia un atto un po’ irresponsabile. Come lo fu la moratoria che nel 1973 portò alla conferenza di Asilomar sul DNA ricombinante. E suona quasi beffarda la firma sull’ultima del novantaduenne Paul Berg, che era primo firmatario della moratoria del 1973. Quella moratoria e la conferenza che si concluse con la tesi che non esisteva un bio-rischio accertabile e che bastava fare regole stringenti per l’uso del DNA ricombinante ebbe l’effetto di scatenare, comunque, la tecnofobia sociale e politica contro le biotecnologie. I biologi molecolari pensano ancora che fosse un segno di responsabilità – moratoria più conferenza e dichiarazione tranquillizzante dei massimi esperti – ma fu letto come una presa in giro da una parte dell’opinione pubblica, che applicando la disposizione umana al complottismo immaginò malafede e conflitto di interesse dei ricercatori. Joshua Leberberg (ma anche James Watson che non aveva ancora manifestato le debolezze senili di questi anni) si rese conto dell’errore, e presagì le ricadute dannose per la scienza. Si potrebbe anche ricordare quel che accadde, a proposito di moratorie, quando nacque Dolly.
Alla luce di questi precedenti, anche la moratoria sull’uso dell’editing genomico per fare modifiche ereditarie su embrioni umani è sbagliata oltre che inutile, visto che non ha nessuna forza giuridica o sanzionatoria reale. Michele de Luca ha scritto, al contrario, che il caso cinese deve portare i laboratori occidentali che usano questa tecnica a fare più ricerca su embrioni umani, senza farli nascere, e che sarebbe dannoso mettere in mano ai governi qualche pretesto per vietare la ricerca su embrioni umani. Come De Luca, anche Church, Dealy, Doudna e vari altri non hanno aderito alla moratoria.
Gli scienziati davvero responsabili non dovrebbero chiedere una moratoria, che a livello di singoli cittadini o scienziati non ha alcun senso, ma dovrebbero chiedere di fare più ricerca perché è l’unico modo efficace per disincentivare smanettamenti pericolosi nei Paesi non democratici e non liberali. L’Occidente ha le migliori regole e i più efficaci controlli per evitare abusi. È vero che ne accadono ugualmente, ma suona paradossale che chi sta messo meglio come regole ed etica della scienza invochi una moratoria. La dovrebbero nel caso chiedere i cinesi, se proprio volessero garantirsi il tempo di raggiungere la maturità scientifica e l’etica occidentale.