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Marte e la cometa

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La parte che conosciamo del lungo viaggio di questa cometa inizia il 3 Gennaio 2013, quando Robert McNaught, osservando con l'Uppsala Southern Schmidt Telescope del Siding Spring Observatory, individua un oggetto cometario nella costellazione della Lepre. Non è un evento eccezionale per McNaught. Questo prolifico scopritore di oggetti celesti, infatti, può vantare - finora - la scoperta di 82 comete, 475 asteroidi e 68 supernovae. La sigla con cui l'oggetto viene identificato - C/2013 A1 - indica che si tratta della prima cometa scoperta nell'anno. A quella sigla un po' asettica, però, viene ben presto affiancato il significativo nome di cometa Siding Spring.
All'epoca della scoperta la cometa si trova a 7,2 UA (unità astronomiche) dal Sole, dunque al di là dell'orbita di Giove (l'UA corrisponde alla distanza Terra-Sole, cioè 150 milioni di chilometri). I dati orbitali indicano che si tratta di una cometa che proviene dalla Nube di Oort, il gigantesco serbatoio di comete che avvolge il Sistema solare. Questo enorme bozzolo sferico, la cui esistenza venne proposta nel 1950 dall'astronomo olandese Jan Oort, sarebbe composto da centinaia di miliardi di oggetti cometari e si estenderebbe tra le 5000 e le 100 mila UA dal Sole. L'occasione offerta dalla Siding Spring è unica. Quella popolazione di oggetti ghiacciati cui appartiene, infatti, risale alle fasi iniziali della costruzione del nostro sistema planetario, dunque l'osservazione di uno di tali oggetti che, per la prima volta, si affaccia dalle nostre parti ci potrebbe offrire importanti informazioni sulla storia più antica del Sistema solare.

I dati orbitali iniziali, però, dicono anche dell'altro. Le primissime ricostruzioni del cammino della cometa, infatti, suggeriscono la possibilità che nell'ottobre 2014 questa possa schiantarsi contro Marte. A fine marzo 2013, secondo i calcoli di Don Yeomans del Near-Earth Object Program della NASA, le probabilità di impatto sono 1 su 2000. Probabilità trascurabile, ma la pur remota possibilità che un oggetto di un chilometro di diametro si schianti a 56 chilometri al secondo (vale a dire oltre 200 mila chilometri orari) sulla superficie del Pianeta rosso è un evento che richiede comunque la massima attenzione. L'energia sviluppata potrebbe ammontare a 35 milioni di Megaton, circa un terzo di quella che, a casa nostra, caratterizzò il famoso impatto dei dinosauri.
Fortunatamente per il Pianeta rosso, i continui dati osservativi portano a una sempre più accurata definizione dell'orbita e permettono di appurare che il 19 ottobre 2014 la cometa Siding Spring si limiterà a transitare accanto a Marte. Il passaggio è davvero molto ravvicinato, dato che li separerà una distanza di poco superiore ai 130 mila chilometri, circa un terzo della distanza che separa la Terra alla Luna. Si tratta del passaggio più ravvicinato mai osservato finora di una cometa nei pressi di un pianeta (non consideriamo, per ovvi motivi, la vicenda della cometa Shoemaker-Levy 9 che nel luglio 1994 andò a schiantarsi su Giove). Giusto per restare a casa nostra, il passaggio più ravvicinato di una cometa accanto al nostro pianeta fu quello della Cometa Lexell, che nel luglio 1770 passò a una distanza di 2 milioni e 200 mila di chilometri, circa sei volte la distanza Terra-Luna.

Scampato pericolo per Marte e occasione davvero ghiotta sia per la flottiglia di sonde che stanno orbitando intorno al pianeta, sia per i due rover ancora attivi sulla sua superficie. Un'occasione, però, da prendere con le molle. Non appena definita la geometria dell'incontro, alla NASA si sono anzitutto preoccupati di salvaguardare l'integrità dei veicoli spaziali. E' vero che le sonde non saranno direttamente minacciate dal nucleo della Siding Spring, ma è altrettanto vero che, se non messe in sicurezza, potrebbero essere investite dal flusso di polveri che costituisce, assieme ai gas, la coda della cometa. Minuscole particelle che, comunque, filano alla stessa folle velocità della cometa e il cui impatto rischierebbe di mettere fuori uso le delicate apparecchiature delle sonde. Da qualche mese, dunque, le orbite dei veicoli spaziali che ronzano intorno al Pianeta rosso (Mars Odissey, MRO e MAVEN della NASA e Mars Express dell'ESA) sono state gradualmente riprogrammate in modo che all'arrivo della componente più pericolosa di quel flusso polveroso - il cui inizio è previsto circa un'ora e mezza dopo il passaggio ravvicinato del nucleo - le sonde siano dietro Marte, schermate dallo stesso pianeta.
Prima di mettersi al riparo, però, tutte le strumentazioni di cui dispongono saranno dedicate a uno studio intensivo della Siding Spring. Si cercherà di carpire a questo antichissimo corpo celeste il maggior numero possibile di informazioni che lo riguardano: quanto è grande il nucleo e la sua eventuale rotazione, la composizione dei gas che vengono liberati e vanno a comporre la chioma e la coda, come pure la composizione delle particelle di polvere e la loro distribuzione nella coda. La presenza della sonda MAVEN (Mars Atmosphere and Volatile Evolution) - appena arrivata da quelle parti - permetterà, per esempio, di studiare a fondo l'interazione della coda cometaria con la tenue atmosfera marziana, mentre lo spettrometro CRISM a bordo della sonda MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) potrà acquisire importanti informazioni sui gas e le polveri da un osservatorio davvero privilegiato. A questa intensa campagna osservativa parteciperanno ovviamente anche i due rover Opportunity e Curiosity, anche se la strumentazione di cui dispongono non è stata affatto progettata per osservare un oggetto cometario. Dal loro osservatorio privilegiato potranno comunque godersi lo spettacolo di un oggetto quasi tre volte più luminoso di quanto non lo sia Venere nei nostri cieli al suo massimo splendore.

L'appuntamento di Marte con la cometa è fissato per le ore 20:27 (ora italiana) di domenica 19 ottobre. Quasi inutile tentare di scorgere qualcosa a occhio nudo. Benché Marte sia visibile in cielo, l'estrema vicinanza tra i due corpi celesti e il grande divario di luminosità renderà praticamente impossibile l'individuazione diretta della cometa. Chi è interessato potrà comunque seguire in diretta l'evento collegandosi al blog Mars Express o seguire la diretta streaming da Centro Spaziale Operativo dell’ESA. Ulteriori notizie sono accessibili alle pagine appositamente predisposte dalla NASA e costantemente aggiornate con l'apporto dei vari osservatori coinvolti.

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