fbpx Una app per conoscere i nuovi lampi di raggi gamma | Scienza in rete

Una app per conoscere i nuovi lampi di raggi gamma

Primary tabs

Tempo di lettura: 2 mins

I lampi di raggi gamma (GRB) sono a oggi le esplosioni più potenti osservate nell'universo dopo il big bang. Sono un fenomeno frequente (circa un'esplosione al giorno) e si possono osservare in tutte le direzioni del cielo (isotropi). I lampi di raggi gamma non possono essere visti dalla terra perché i raggi gamma e X sono assorbiti dall'atmosfera.

Il satellite Swift rappresenta una missione unica nel suo genere perché è in grado di vedere e misurare le esplosioni di raggi gamma e di puntare nella loro direzione. Swift è un satellite a orbita bassa posizionato a circa 500 km di altezza, impiega poco più di 90 minuti per effettuare un intero giro intorno alla terra. Per osservare i lampi di raggi gamma ha a disposizione 3 telescopi: un telescopio per l'individuazione dei GRB (Burst Alert Telescope - BAT) e 2 telescopi, uno per raggi X (X-ray Telescope - XRT) e uno ottico e ultravioletto (UV/Optical Telescope - UVOT), per seguire l'evoluzione nel tempo della traccia luminosa del GRB. I 3 telescopi individuano circa 100 GRB all'anno.
Il satellite è in grado di osservare lampi brevi e lampi lunghi. I lampi brevi sono probabilmente dovuti all'incontro distruttivo di 2 stelle di neutroni che si avvicinano troppo e si trasformano in un buco nero. I lampi lunghi sono legati all'esplosione di supernovae molto massive che trasformano una stella di grandi dimensioni in un buco nero.
Per inviare i dati Swift utilizza l'energia derivante da grandi pannelli solari installati sul satellite. Per riorientarsi usa invece energia magnetica con ruote inerziali (tecnologia militare).

L'app NASA Swift è stata ideata da Patrizia Caraveo, Direttore dell’INAF-Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano  e Co-Investigator italiana per Swift. La app è stata sviluppata da Giacomo Saccardo, studente dell’Università di Trento, durante un soggiorno allo Swift Mission Operations Center presso la Penn State University a State College, Pennsylvania.
Immagini e dati resi disponibili dall'app vengono utilizzati dai ricercatori per effettuare calcoli precisi sull'esatta posizione dei lampi ma possono essere usati anche da astrofili. Il pubblico meno esperto può ricavare informazioni utili come l'elenco degli ultimi GRB scoperti e visualizzarli in una mappa stellare, visualizzare immagini relative ai GRB e alla vita di Swift. Il pubblico professionista può leggere i dati tecnici, conoscere la posizione del satellite, sapere dove e cosa stanno puntando i telscopi di Swift.
Una funzione dell'app utile è quella di segnalare agli utenti con un messaggio un nuovo lampo gamma rivelato da Swift.

Video tutorial e anteprime dell'app:

[video:http://vimeo.com/31188943]

schermata principale sezione uno

sezione due Gallery


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Biodiversità urbana: com'è cambiata e come proteggerla

Anche le metropoli possono essere ambienti ricchi di specie: secondo un recente studio sono ben 51 le specie di mammiferi che vivono a Roma, alcune di esse sono specie rare e protette. Nel corso degli ultimi due secoli, però, molte specie sono scomparse, in particolare quelle legate alle zone umide, stagni, laghetti e paludi, habitat importantissimi per la biodiversità e altamente minacciati.

Nella foto: Parco degli Acquedotti, Roma. Crediti: Maurizio.sap5/Wikimedia Commons. Licenza: CC 4.0 DEED

Circa la metà della popolazione mondiale, vale a dire ben 4 miliardi di persone, oggi vive nelle città, un fenomeno che è andato via via intensificandosi nell’epoca moderna: nell’Unione Europea, per esempio, dal 1961 al 2018 c’è stato un costante abbandono delle zone rurali e una crescita dei cittadini, che oggi sono circa i