Galileo, come lo celebra Padova

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È dalla città di Padova che Galileo Galilei, nell'autunno del 1609, punta verso il cielo il cannocchiale da lui perfezionato e vede cose mai viste prima da essere umano: montagne, valli e ombre sulla Luna che fanno del satellite naturale un oggetto «della stessa specie della Terra»; innumerevoli stelle, molte di più di quanto se ne vedono a occhio nudo; quattro diverse lune che orbitano intorno al pianeta Giove. Il mondo intero ricorda quell'avvenimento che costituisce addirittura uno spartiacque tra le epoche, eleggendo il 2009 ad Anno Internazionale dell'Astronomia. Ma anche la città di Padova ha inteso celebrare l'evento che l'ha vista protagonista, grazie a una serie di iniziative che hanno l'apice nella mostra Il futuro di Galileo. Curata da Giulio Peruzzi e Sofia Talas, promossa dal Comune, in collaborazione con l'Università, la Provincia e la Regione, allestita presso il Centro Culturale Altinate, la mostra è stata inaugurata il 27 febbraio scorso e sarà aperta al pubblico fino al 14 giugno. Se ne può avere un'idea in rete, visitandola all'indirizzo http://www.ilfuturodigalileo.it/ Vi si possono ammirare - tra l'altro - la copia esatta del cannocchiale che Galileo puntò verso il cielo (prestata dall'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze) e la prima edizione del Sidereus Nuncius. Ma la mostra non guarda solo al grande passato, di Galileo e dell'astronomia. Avrà uno sguardo rivolto al futuro, come è nello spirito scientifico. E questa sua propensione la dimostrerà in sette diverse sezioni: dal cannocchiale di Galileo ai telescopi di oggi e di domani; il moto da Galileo a Einstein; scienza dei materiali: da galileo alle nanotecnologie; dal vuoto seicentesco al vuoto quantistico; la luce da galileo a oggi, una finestra sul cosmo; dal microscopio di Galileo agli acceleratori di particelle; dai quark ai misteri del cosmo. La mostra è, dunque, storica ma anche interattiva; ha molti exhibit e laboratori hands on, dove gli spettatori potranno diventare attori e compiere esperimenti in prima persona. Accanto a questa mostra Padova offre un'intera costellazione di iniziative per celebrare al meglio uno dei più straordinari eventi nella storia della cultura umana. Il 28 febbraio, infatti, è stata inaugurata presso i Musei Civici agli Ermitani anche un'altra mostra - Lo spirito e il corpo. 1550-1650. Cento anni di ritratti a Padova nell'età di Galileo - che, per la cura di Davide Banzato e Franca Pellegrini e con opere di Tiziano, Tintoretto e tanti altri cerca di ricreare il clima nella Padova in cui Galileo spese 18 anni: «i più felici della mia vita». Ma della costellazione di eventi fanno parte anche l'inaugurazione di una parte del Museo di Geologia e di Paleontologia e la terza edizione del "Premio Galileo" per la divulgazione della scienza. Quest'anno la giuria scientifica è presieduta da un'astronoma d'eccezione, Margherita Hack. La giuria ha già selezionato i cinque libri che partecipano alla gara finale. Sono: Vito Volterra, di Angelo Guerraggio e Gianni Paoloni (Franco Muzzio Editore, 2008); Keplero. Una biografia scientifica, di Anna Maria Lombardi (Codice Edizioni, 2008); Energia per l'astronave terra, di Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani (Zanichelli, 2008); L'Immagine del mondo nella testa, di Valentino Braitenberg (Adelphi, 2008); L'eleganza della verità. Storia della simmetria, di Ian Stewart (Einaudi, 2008). Il prossimo 7 maggio nel salone pensile di Palazzo della Ragione a Padova è prevista la cerimonia finale, che sancirà l'opera vincitrice.

Il Futuro di Galileo

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Un motivo del tutto particolare per cui sono contento che il sindaco Zanonato abbia vinto la competizione elettorale a Padova è che la capacità di propulsione culturale che questo sindaco ha avuto nella sua città è straordinaria. Se posso dirlo con una frase sintetica che poi cercherò di spiegare meglio: Zanonato ha capito che le città e i cittadini non hanno solo bisogno di eventi effimeri benché brillanti, di punti di esibizione di ospiti di passaggio (come i famosi Festival tanto di moda), ma anche e soprattutto di eventi culturali che lasciano un segno nella storia e nella cultura nazionale. L'idea, perciò, di prendere due veri esperti come Giulio Peruzzi e Sofia Talas per mettere in piedi una mostra memorabile su Galilei e sulle ricadute del suo grande pensiero, "Il futuro di Galileo", è un esempio di politica illuminata che prevale sui piccoli e meschini interessi spesso pilotati da esigenze di mercato locale o di grossi gruppi produttori (editori, industrie, ecc.). Perché vuol dire rendersi conto del fatto che la celebrazione dell'anno dell'astronomia e delle osservazioni astronomiche galileiane non è uno stanco rituale, un giubileo qualsiasi che tra un anno si può dimenticare; ma è un tentativo di riappropriarsi di qualcosa che nessuna altra civiltà ha posseduto come la nostra.

La mostra, disseminata con larghezza di spazi e strumenti illustrativi in sontuose sale di un imponente edificio cittadino, fa capire che l'amalgama di storia e scienza necessario per riportare in vita gli ultimi 400 anni della cultura del nostro paese in un settore un po' trascurato dalla cultura dominante, è assolutamente eccezionale. Questa galleria di strumenti, ricostruiti con precisione e fedeltà da artigiani sempre più rari che ancora sopravvivono nelle nostre officine e nei nostri laboratori accademici, porta alla luce la continuità prodigiosa del pensiero galileiano dal '600 ai giorni nostri. Basta da sola a fare percepire visivamente il rischio che l'umanità ha corso quando forze retrive quanto assurdamente bigotte hanno tentato di cancellare la nascita del pensiero moderno. Si contrappone positivamente, perciò, alle iniziative di altri studiosi, un po' consumati dalle cattive abitudini accademiche, di riesumare polemiche e processi che non hanno più alcun senso e alcuna ragion d'essere.

Da Galileo si arriva ai giorni nostri: emoziona vedere nelle teche, lì a piccola distanza dal nostro occhio moderno, un manoscritto con disegni e calcoli del Grande. Per poi passare a tecnologie sempre più evolute e più difficili da spiegare al visitatore, ma di tale impatto concreto da attirare l'attenzione di adulti o scolaretti attraverso una salutare eccitazione della curiosità. Nella mia lunga vita ho visto esposizioni di paesi che sembravano più capaci di noi di decantare apprezzabilmente le proprie virtù. Questa mostra ci riscatta: sarebbe bello che non si muovesse più da lì  e che contribuisse alle visite a Padova non meno del pelleginaggio al santuario: forse pretendo troppo, ma non c'è niente di male a sperare in un riscatto della scienza che auspichiamo invano da anni. Un elegante volume di Skirà, intitolato come la mostra, provvede alla memoria cartacea.