13 - Blue Moon

Non sempre l'astronomia è trattata con il dovuto rispetto dai mezzi di informazione. Talvolta è la televisione che ce la mette tutta a tartassare le notizie astronomiche, ma non sono affatto rare le occasioni in cui anche la carta stampata ci mette del suo. Davanti al nero su bianco di un giornale, però, devi essere altrettanto incalzante e persuasivo per convincere il tuo interlocutore che quella notizia è una bufala.
Mattina di metà agosto. Fedele alle buone abitudini, ero uscito di casa dirigendomi al bar per il mio appuntamento mattutino con una buona tazza di caffè e - se possibile - una rapida occhiata alle prime pagine dei giornali. Grazie a un robusto temporale notturno il caldo opprimente dei giorni precedenti aveva lasciato il posto a un clima decisamente più sopportabile. Si preannunciava una bella giornata e, quello che più mi interessava, si poteva confidare in una nottata accettabile. Se non fosse stato per la Luna piena, si sarebbe potuto anche dedicare un po' di tempo allo spettacolo di un fantastico cielo estivo. Immerso in questi pensieri ero ormai arrivato quasi senza accorgermi all'ingresso del bar e lì, rischiando di pagar cara la mia distrazione, per poco non vengo travolto da un avventore che, tutto preso dalla discussione con il barista, stava uscendo senza guardare dove metteva i piedi. Scontro evitato per puro miracolo.
«Capiti proprio a fagiolo» mi apostrofò immediatamente il barista. Evidentemente era desideroso di un appoggio esterno nella sua scaramuccia dialettica col cliente, che nel frattempo aveva aveva prontamente girato i tacchi rientrando nel bar. «Stavamo discutendo del colore della Luna e ci occorre un parere neutrale.»
















In occasione di un'eclissi di Luna il nostro satellite assume una colorazione
sanguigna. Non è certo cambiato il colore della sua superficie,
ma i raggi che illuminano sono pesantemente influenzati dal loro passaggio
attraverso l'ìatmosfera terrestre

(Fonte immagine: AstroFoto)

Il colore della Luna? Tutto era nato - il resoconto completo me l'avrebbe fatto un amico presente alla discussione - da alcuni sfottò di stampo calcistico. Una situazione assolutamente normale in quel bar, come del resto in tutti i bar sparsi sull'intero territorio nazionale, trasformata però in qualcosa di quasi surreale dal fatto che si era d'agosto. Come si sa, soprattutto nella prima metà di quel mese, sul fronte calcistico c'è davvero poco su cui accapigliarsi e le discussioni prendono talvolta strane pieghe. Evidentemente, vista l'insistenza, la chiave di tutto stava in quell'articoletto a fondo pagina che il cliente mi stava sbandierando davanti agli occhi, incurante del fatto che più me lo avvicinava e più mi ritraevo, intento com'ero a mescolare lo zucchero nella tazzina.
Dopo essere finalmente riuscito a bere il sospirato caffè, guardai con attenzione il giornale: l'articolo, un pezzo senza firma probabilmente copiato pari pari dal lancio di qualche agenzia giornalistica, riguardava la “Luna blu” preannunciata per quella sera. Solo molto più tardi, sempre grazie all'aiuto dell'amico, avrei potuto realizzare che, poiché quel colore aveva a che fare con la squadra di calcio per la quale faceva un tifo sfegatato il barista, la curiosa accoppiata con la Luna aveva fatto scattare nel cliente una sua personalissima associazione di idee, giudicata così brillante, azzeccata e umoristica da indurlo a buttar lì il primo sfottò che avrebbe poi innescato la discussione. Il barista, preso alla sprovvista e non avendo altro modo di controbattere, dopo un timido tentativo di difesa aveva sentenziato che quell'articolo diceva una sciocchezza. E così i due, dal calcio, si erano trovati a parlare della Luna e dei suoi colori.
«Di preciso non so su cosa stiate discutendo, ma sicuramente dietro questa Luna blu c’è una gran bella confusione.» Il mio tono deciso aveva lasciato di stucco l'avventore e, alle sue spalle, aveva fatto accendere sul volto del barista un abbozzo di sorriso.
«Te l'avevo detto che la Luna non può cambiare colore...» Il tono saccente del barista rischiava di riattizzare la discussione. Dovevo assolutamente chiarire, prima di trovarmi inesorabilmente invischiato in una diatriba che avrebbe anche potuto protrarsi per un bel po'. E in quella fresca mattina d'agosto avevo ben altro da fare.
«Ovviamente, la Luna non può cambiar colore come un camaleonte. In particolari circostanze, però, complice la nostra atmosfera o qualche fenomeno celeste, può davvero apparire di un altro colore...» Mentre parlavo mi accorgevo che il sorriso del barista si era un po' raggrinzito e, nel contempo, il cliente aveva cominciato a dare evidenti segni di assenso muovendo la sua testa in su e in giù. Un colpo alla botte e un colpo al cerchio.
«Durante un'eclissi di Luna, per esempio, il nostro satellite si colora di un rosso sanguigno. A volte, ma è molto raro, è anche capitato che particolari polveri riversate nell'atmosfera da potenti eruzioni vulcaniche abbiano reso il suo colore davvero curioso, forse addirittura azzurrino. Ma blu proprio mai.»
Ora entrambi mi guardavano perplessi. Era la situazione ideale per buttar lì una pillola di astronomia.
«Questo modo di dire lo dobbiamo alla cultura anglosassone. Da secoli gli inglesi e gli americani indicano con l'espressione Blue Moon qualcosa di davvero insolito. Inizialmente il termine si riferiva alla terza luna piena in una stagione eccezionalmente caratterizzata dalla presenza di quattro pleniluni. Dagli anni Quaranta, complice un articolo pubblicato su una rivista di astronomia, ha però finito coll'indicare la seconda luna piena nello stesso mese. Un evento raro, insomma, in cui però il colore proprio non c'entra nulla.»
«Va bene per il colore» mi interruppe il cliente dimostrando che era stato attento alle mie parole «abbiamo capito che stavamo discutendo per nulla. Ma poco fa tu hai detto addirittura che nell'articolo c'era una gran confusione. Come mai?»
«L'articolo accenna alla seconda Luna piena del mese. Ora, per completare il normale ciclo della lunazione il nostro satellite impiega circa 29 giorni e mezzo. Il che significa che se oggi c'è la Luna piena, per la prossima dovremo aspettare un mesetto mentre la precedente l'abbiamo vista un mese fa. Prova ora a fare un semplice calcolo. Oggi è il 21 e stasera vedremo una spettacolare Luna piena. Ti sembra possibile che questo mese ce ne possa essere un'altra?»
«Assolutamente non se ne parla» disse il barista con sospetta rapidità. Mentre il cliente era immerso nei conti, infatti, lui aveva scansato la fatica consultando il calendario appeso proprio lì vicino. Anche il cliente, comunque, era arrivato all'identica conclusione: il calcolo, tutto sommato semplice, l'aveva portato a concludere che la precedente Luna piena era caduta intorno al 23 luglio e per la prossima si sarebbe dovuto attendere intorno al 19 settembre.
«Ma cosa si sono bevuti quelli del giornale?» mi chiese il barista.
Davvero difficile rispondere. Mi limitai a proporre un'ipotesi:
«Secondo me la notizia originale proveniva da una fonte anglosassone e quella fonte aveva utilizzato il modo più antico di definire la Luna blu, cioè la terza Luna piena in una stagione con quattro pleniluni. Chi ha scritto l’articolo sul giornale, però, questo non l’ha capito e così ha parlato della seconda Luna piena del mese. Facendo in questo modo una bella confusione. Pensandoci bene, visto che nell'agosto dell'anno scorso si è avuto un doppio plenilunio e anche allora si parlò di Luna blu, non escludo che proprio questa coincidenza non abbia finito col trarre definitivamente in inganno il giornalista. Eppure bastava guardare un qualunque calendario...»

L'occhiata del barista mi implorava di non svelare il suo trucco e dunque lasciai che la mia riflessione terminasse lì. Pagato il caffè, uscii e mi avviai verso casa. Mentre mi allontanavo mi raggiunse, dall'interno del bar, un nuovo accavallamento concitato di voci. Disinnescata la discussione sul colore della Luna, era evidente come qualcos'altro avesse egregiamente preso il suo posto. Allungai il passo senza voltarmi.

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