newsletter finesettimana #67
finesettimana #76 / 3 luglio 2022 a cura di Chiara Sabelli
Buona domenica,
questa settimana parliamo di quanta CO2 abbiamo immesso nell'atmosfera durante il 2020.
Il progetto Carbon Monitor ha costruito un database di emissioni giornaliere per sei diversi settori
e 12 paesi o regioni oltre che per l'aggregato globale. In un articolo pubblicato giovedì su Nature Geoscience
i ricercatori del progetto stimano che nel 2020 abbiamo emesso il 6,3% in meno che nel 2019 ma nel 2021 le emissioni
sono tornate a salire: +4,8% rispetto al 2020 e solo -1,5% rispetto al 2019. Queste stime vanno confrontate
con la riduzione annuale necessaria per rispettare gli obiettivi dell'Accordo di Parigi: 4% all'anno per contenere l'aumento della temperatura entro 2,5°C rispetto ai livelli preindustriali
e 8% all'anno se ambissimo a limitarlo a 1,5°C.
Poi, alcuni suggerimenti di lettura dai giornali internazionali.
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Durante la pandemia abbiamo ridotto le emissioni di CO2 come mai prima, ma sono già risalite
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La combustione delle fonti fossili e la produzione di cemento sono le due attività umane che contribuiscono maggiormente all’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera. Nel 2019 l’emissione globale di biossido di carbonio dovuta a questi processi aveva raggiunto 35 332 milioni di tonnellate, il massimo mai toccato fino ad allora. La pandemia ha causato una frenata mai vista prima: nel 2020 abbiamo emesso globalmente 2 232 milioni di tonnellate in meno, cioè una riduzione del 6,3% rispetto all’anno precedente.
Per confronto, la crisi finanziaria del 2008-2009 aveva causato una riduzione quasi sei volte inferiore a questa (380 milioni di tonnellate evitate), mentre la seconda guerra mondiale, per quello che è stato possibile ricostruire, ci aveva fatto risparmiare circa un terzo di quanto ci ha fatto risparmiare la pandemia (840 milioni di tonnellate).
Nel 2021 però le emissioni sono tornate a salire. Rispetto al 2020 abbiamo emesso il 4,8% in più e solo l’1% in meno rispetto al 2019. Troppo poco considerando che per rispettare l’Accordo di Parigi dovremmo ridurre ogni anno le emissioni del 4%, per contenere l’aumento della temperatura entro 2,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Se poi volessimo ambire a limitare il riscaldamento globale entro 1,5°C, allora la riduzione delle emissioni di CO2 dovrebbe essere dell’8% all’anno.
Queste stime arrivano dal Carbon Monitor, un ambizioso progetto nato due anni fa che ha sviluppato un database e un metodo per stimare in tempo quasi reale le emissioni giornaliere in sei diversi settori (generazione di energia, industria, trasporto su terra, trasporto aereo nazionale, trasporto aereo internazionale e uso residenziale) per 12 paesi o regioni (Brasile, Cina, EU27, Regno Unito, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Russia, Spagna, Stati Uniti) e a livello globale. Il progetto, coordinato da Zhu Liu della Tsinghua University di Pechino, ha costruito un database che parte dal 2019 e arriva, nell’ultimo aggiornamento, al 31 maggio 2022. Normalmente i dati sulle emissioni di CO2 sono annuali e arrivano con molti mesi di ritardo rispetto al periodo di riferimento.
«I dati raccolti e presentati in questo articolo sono estremamente preziosi e forniscono una visione unica dell'evoluzione delle emissioni nel 2020», ha dichiarato Jan Brusselaers, economista ambientale della Vrije Universiteit Amsterdam nei Paesi Bassi. Continua a leggere su Scienza in rete
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Altre notizie
La corte suprema degli Stati Uniti ha stabilito che l'agenzia per la protezione ambientale EPA non può imporre regole con un grande impatto sull'economia del paese
In particolare, la sentenza impedisce all'EPA di introdurre limiti alle emissioni di gas inquinanti e a effetto serra
da parte di impianti per la produzione di energia talmente stringenti da causarne la chiusura. Potrebbero seguire altre
sentenze per limitare gli interventi anche nell'ambito dei trasporti. Energia e trasporti sono i primi due settori per
quantità di emissioni negli Stati Uniti
[The New York Times]
Il trasporto degli alimenti e degli ingredienti necessari a produrli genera molte più emissioni di quanto si pensasse
Solo nel 2017, il trasporto nel settore alimentare avrebbe emesso 3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica nell'atmosfera,
sette volte e mezzo quello che si pensava
[Nature]
Quando si parla di acqua, la siccità non l'unico problema
Secondo i dati ISTAT, nel 2020 il 36% dell'acqua immessa nella rete idrica italiana non è arrivata ai rubinetti. Le perdite
sono più importanti al centro e al sud, con Chieti e Latina che perdono oltre il 70% dell'acqua immessa nella rete. Nel PNRR sono previsti
investimenti per 900 milioni per affrontare il problema
[Wired Italia]
Il Regno Unito rischia di uscire dal programma Horizon Europe
L'avanzamento dei lavori per l'approvazione di una legge che riscriverebbe parte degli accordi
stretti sulla Brexit nel 2020 riguardo ai commerci con l'Irlanda del nord, ha spinto lo European Research Council
a imporre una scadenza. Entro il 29 giugno i vincitori dei grant assegnati dall'ente dovevano decidere se trasferirsi
in un'istituzione dell'Unione Europea per usufruirne oppure rinunciarvi e trovare fondi alternativi nel Regno Unito. 18 hanno accettato
di trasferirsi, 20 hanno rinunciato ai fondi e un centinaio non hanno ancora risposto
[Science]
Lunedì ripartiranno le collisioni al Large Hadron Collider del CERN, dieci anni dopo la scoperta del bosone di Higgs
Dopo tre anni di pausa, l'acceleratore di protoni riprenderà le sue attività, raggiungendo un nuovo record in termini
di energia e frequenza con le quali le particelle si scontreranno. Gli obiettivi sono molteplici, indagare la nature della materia oscura,
ma anche quella del bosone di Higgs. Andare a caccia di nuove particelle, non previste cioè dal modello standard, è l'obiettivo principale,
ma non l'unico. Ci sono una serie di misure effettuate in questi anni che mostrano tensione rispetto alle previsioni del modello standard,
l'ultima delle quali è la massa del bosone W stimata dall'ormai spento Tevatron del Fermilab. LHC proverà a gettare luce su questa e altre
questioni aperte
[Financial Times]
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