newsletter #62
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È
cominciata lunedì la somministrazione delle
prime dosi del vaccino sperimentale contro
Ebola nella Repubblica Democratica del Congo, colpita
dalla nona epidemia del virus negli ultimi 40
anni. Inizialmente il farmaco verrà dato agli
operatori sanitari, ai contatti dei malati e ai
contatti dei contatti, per un totale di circa 600
persone. La difficoltà maggiore sarà
tenere le dosi di vaccino a bassa temperatura,
considerato che l'epidemia coinvolge più centri
nella provincia nordoccidentale dell'Équateur, alcuni
dei quali difficilmente raggiungibili. Il vaccino ha
dato buoni risultati durante l'epidemia di Ebola del
2014-2016, ma è stato sperimentato su un numero
molto ridotto di individui. Nell'immagine aerei ed elicotteri delle Nazioni Unite
scaricano medicinali e aiuti all'aeroporto di Mbandaka
nella Repubblica Democratica del Congo durante
l'epidemia di Ebola del 2014. Credit: MONUSCO / James Botuli /
Flickr. Licenza: CC BY-SA 2.0.
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BIODIVERSITÀ A RISCHIO
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Tra gli organismi viventi sono gli insetti i
più vulnerabili al
cambiamento climatico. E il loro ruolo nel
mantenimento degli ecosistemi è
fondamentale. Uno studio coordinato
dalla University of East Anglia e pubblicato
venerdì 18 maggio su
Science ha analizzato l'impatto del cambiamento
climatico sull'estensione e sulla posizione
degli habitat di 31 000 specie di insetti,
8 000 di volatili, 1 700 di mammiferi,
1 800 di rettili, 1 000 di anfibi e
71 000 specie di piante. I più a rischio
sono risultati proprio gli insetti, che hanno
maggiore difficoltà a migrare per
adattarsi agli effetti del cambiamento climatico. Se la temperatura media
globale aumenterà di 3,2°C entro il
2100 il 49% degli insetti perderà
più della metà del proprio
habitat; se l'aumento sarà limitato
a 2°C la percentuale scenderà al 18%
fino a raggiungere il 6% nel caso in cui gli
Stati riuscissero a contenere il riscaldamento
globale entro 1,5°C, l'obiettivo più
ambizioso dell'accordo di Parigi.
[The Guardian; Damian Carrington]
Sempre venerdì 18 maggio Nicolas Hulot, Ministro francese per la
transizione ecologica, ha annunciato a Marsiglia
la
mobilitazione della Francia a difesa della
biodiversità. Il primo passo
sarà l'approvazione del cosiddetto plan
biodiversité, preceduta da una
consultazione pubblica online aperta dal 18
maggio al 7 giugno. Inoltre nel 2020 Marsiglia
ospiterà il settimo congresso mondiale
della International Union for
Conservation of Nature.
[Le Monde; Pierre Le Hir]
Il lancio di questa iniziativa arriva proprio
il giorno dopo l'annuncio da parte della
Commissione Europea del deferimento di Francia,
Ungheria, Romania e Italia alla Corte di
giustizia dell'Unione Europea per la violazione delle norme
sui livelli di particolato PM10. La
procedura di infrazione era stata aperta a
gennaio dal Commissario per l'ambiente
Karmenu Vella nei confronti di nove Paesi
dell'Unione. Per l'Italia la procedura si sommava a quella
aperta nel 2014 sull'inquinamento da biossido di
azoto (NO2). Il piano inviato da Roma a Bruxelles in
questi mesi è stato
sufficiente a chiudere la procedura sull'NO2, ma non
quella sui livelli di PM10, che restano troppo
elevati non solo nella Val Padana, ma anche
nelle aree metropolitane di Roma e
Palermo. A questo deferimento se ne aggiungono
altri due. Il primo riguarda lo smaltimento e lo
stoccaggio dei
rifiuti radioattivi, per cui l'Italia non ha
presentato entro i termini previsti il programma
nazionale di gestione, mentre il secondo
contesta all'Italia di non essere intervenuta
per eradicare la Xylella fastidiosa in Puglia.
[ANSA; Redazione Ambiente&Energia]
Il 22 maggio si celebra la Giornata Internazionale della
biodiversità, istituita dalle Nazioni Unite nel giorno in cui,
nel 1993, entrò in vigore la Convenzione sulla
biodiversità biologica (CBD). In occasione del
venticinquesimo anniversario un gruppo di ricercatori dell'Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ripercorre le indagini scientifiche che hanno riguardato la perdita di biodiversità, collegandola alle attività umane. E ci ricorda in quanti modi diversi questa ha impatto sulla nostra vita.
[Scienza in rete; Lorenzo Ciccarese, Carmela Cascone, Stefania Ercole, Valeria Giacanelli, Claudio Piccini]
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NUOVI DATI SULLA PREVALENZA DELL'AUTISMO IN USA ED EUROPA
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Alla fine di aprile i Centers for
Disease Control statunitensi hanno
reso noti gli ultimi dati sulla
prevalenza dei disturbi dello
spettro autistico tra i bambini di
8 anni: 1 su 59 presenta questi
disturbi. L'indagine segue
quella realizzata nel 2014, quando
le stime erano di 1 a 68, e quella
del 2007, che rilevava una
prevalenza di 1 a 150. Alcuni
gruppi, spesso vicini alla teoria
complottista secondo la quale sono i
vaccini a causare l'autismo, hanno
utilizzato questi nuovi dati per
parlare di "epidemia", ma
numerose ricerche scientifiche
indicano che è assai
più probabile che l'aumento
della prevalenza sia dovuto al
miglioramento nelle tecniche di
diagnosi. In particolare i dati dei
CDC mostrano che mentre nel 2014 la
probabilità che l'autismo
fosse diagnosticato a un
bambino bianco era il 20-30%
superiore a quella di un bambino
nero, oggi questo divario è
sceso al 7%. Si è ridotto
anche il divario di genere, seppure
in misura minore, e quello geografico.
[Vox; Ari Ne'eman]
Secondo i dati raccolti dal progetto europeo ASDEU (Autism Spectrum
Disorders in the European Union)
circa 1 bambino italiano su
100 soffre dei disturbi dello spetto
autistico. I risultati
preliminari sono stati presentati
dal rappresentate italiano del
progetto il
4 e il 5 maggio a Rimini, durante il 6° Convegno
Internazionale “Autismi. Benessere e
sostenibilità” organizzato dal
Centro Studi Erickson a Rimini.
[La Stampa; Rosalba Miceli]
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RICERCA E SOCIETÀ
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Il 16 maggio il
Bibsam Consortium,
un cosorzio di
biblioteche
universitarie
svedesi, ha
dichiarato che non
rinnoverà il
contratto con il
gigante
dell'editoria
scientifica
Elsevier.
Si moltiplicano
ormai le situazioni di stallo nei negoziati tra consorzi universitari e
case editrici
scientifiche in
Europa, anche grazie
al successo
dell'esperienza
tedesca. Da dicembre
del 2016 il
consorzio Projekt
DEAL non paga
Elsevier, ma la casa
editrice ha
continuato a garantire l'accesso ai ricercatori. Per raggiungere
l'obiettivo di distribuire in open-access i risultati della ricerca
pubblica in Europa si sta diffondendo un nuovo tipo di contratto, il
cosiddetto read and publish. Il
problema sono i costi di questi contratti. In un incontro tenutosi il 2 maggio a Berlino, cui ha partecipato anche un rappresentante della Commissione Europea, sono state concordate delle strategie di negoziazione comuni.
Nel frattempo sono sempre più numerose le piattaforme che raccolgono versioni libere e preprint degli articoli scientifici, come Sci-Hub, e le università potrebbero incoraggiare i loro ricercatori a utilizzarle per diffondere il loro lavoro.
[Nature; Holly Else]
Quando possiamo dire che un medicinale fa bene, fa male o non fa
nulla? È questa la
domanda che si
pongono Silvio
Garattini e Vittorio
Bertelé
dell'Istituto Mario
Negri nel libro
"Farmaci sicuri. La
sperimentazione come
cura", pubblicato
dalla casa editrice Edra.
La risposta è complessa per due ragioni. Da una parte è necessario comprendere il processo scientifico che permette di individuare quali medicinali sono utili per la salute. Dall'altra bisogna considerare il fatto che i farmaci sono ormai beni di consumo, oltre che strumenti di salute.
Il mercato dei farmaci vale oggi circa 2000 miliardi di euro e le componenti finanziarie e di marketing hanno un'importanza tale da mettere fuori competizione qualsiasi tentativo di promozione della ricerca indipendente.
[Scienza in rete; Roberto Satolli]
Il 20 e 21 aprile si è tenuta a Ischia la terza edizione del
convegno “Svuotare gli arsenali, costruire la pace”. L'incontro
aveva come obiettivo principale quello di sensibilizzare l’opinione
pubblica, soprattutto giovanile, sui temi del disarmo e della
costruzione della pace. Il racconto di Pietro Greco.
[Scienza in rete; Pietro Greco]
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