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4 aprile 2018
a cura di Chiara Sabelli
Un pulcino rompe il guscio dell'uovo che lo contiene. Credit: Myriams - Fotos. Licenza: Public Domain.
Qual è il segreto che permette al guscio di un uovo di essere resistente e al tempo stesso di essere rotto con facilità da un pulcino ormai pronto a nascere? Per rispondere a questa domanda sono state necessarie avanzate tecniche di microscopia (a scansione elettronica, SEM, e a forza atomica, AFM) e un nutrito gruppo di ricercatori, coordinati dal biologo cellulare Marc McKee della McGill University di Montreal, che hanno analizzato la struttura del guscio fino al livello molecolare. Gli scienziati hanno scoperto che il segreto è la osteopontina, una proteina presente ad esempio nelle ossa dei mammiferi, che impartisce una nanostruttura di dimensioni decrescenti (dai circa 70 nanometri dell'interno ai circa 30 nanometri dell'esterno) ai minerali ricchi di calcio che costituiscono i tre strati del guscio di un uovo. Minore la dimensione della nanostruttura maggiore la durezza e dunque la resistenza meccanica. La maggiore dimensione della nanostruttura nello strato interno del guscio ha inoltre la funzione di esporre all'embrione in crescita una maggiore superficie di contatto con i minerali ricchi di calcio che dunque possono essere assorbiti più facilmente per accrescere lo scheletro. Credit: Miryams-Fotos / Pixabay. Licenza: Public Domain.
FRANCIA: PROGETTI DI LEADERSHIP NELL'IA E RIFORMA DELL'UNIVERSITÀ
Il 29 marzo il Collège de France di Parigi ha ospitato la conferenza 'AI for humanity', durante la quale è stato presentato il rapporto sull'intelligenza artificiale redatto dal matematico e parlamentare Cédric Villani su mandato del presidente Emmanuel Macron. A conclusione della conferenza Macron ha annunciato un finanziamento pubblico di 1,5 miliardi di euro per il settore dell'intelligenza artificiale, per attirare ricercatori dall'estero e rendere la Francia un Paese leader in questo campo, in grado di competere con Stati Uniti e Cina. Macron ha inoltre sottolineato l'importanza di sviluppare un'etica dell'intelligenza artificiale per evitare gli scenari distopici che i fatti attuali lasciano presagire. [Science; Tania Rabesandratana]

La redazione del rapporto da parte di Villani e dei suoi collaboratori ha richiesto sei mesi di intenso lavoro, durante i quali sono stati ascoltati 350 esperti: ricercatori del campo dell'intelligenza artificiale, giuristi, sindacalisti, e rappresentanti di diversi gruppi sociali. La capacità di lavoro di Villani e la sua autorevolezza hanno spinto molti scienziati a partecipare agli incontri per esprimere la propria opinione. Se c'è chi pensa che la battaglia per la leadership nell'intelligenza artificiale sia già stata persa dall'Europa in favore di USA e Cina, altri ritengono che le circostanze politiche, dalla Brexit alla presidenza Trump passando per lo scandalo Cambridge Analytica che ha travolto Facebook, abbiano riaperto la competizione. [The Verge; Sono Motoyama]

C'è chi teme che lo sciopero dei ferrovieri francesi, cominciato il 3 aprile, possa rivitalizzare la mobilitazione degli studenti contro la riforma dell'accesso al primo triennio universitario. Nota come réforme ORE (Orientation et Réussite des Étudiants), la legge incarica le università di valutare i profili dei richiedenti per decidere se questi possiedono i requisiti necessari per intraprendere con successo uno specifico corso di laurea o se, invece, devono essere indirizzati verso un anno di recupero (o mise a niveau). La riforma interessa gli indirizzi cosiddetti 'generalisti', che finora non imponevano alcuna restrizione se non il possesso del baccalauréat (il diploma di maturità) e ricorrevano al sorteggio nel caso di un numero eccessivo di richieste. Gli studenti sono stati in grado di bloccare riforme simili in passato, in particolare nel 1986 quando furono 800 mila a scendere in piazza, ma finora la protesta sembra essere più contenuta (ha coinvolto solo 10 università su 85) e manca la partecipazione dei liceali. [The Conversation France; Hugo Melchior]

STORIE DI SCIENZA E RESILIENZA
Durante la puntata di Report andata in onda il 2 aprile su Rai 3, si è parlato di strategie per la resilienza dei territori, in particolare di quelli ad alto rischio sismico. La necessità di sviluppare strategie di protezione da eventi naturali estremi genera innovazione e questa mette in moto una filiera di attività capace di arricchire un territorio e non solo di far fronte all'emergenza. [Report; Giulio Valesini]

Al contrario l'investimento in ricerca e innovazione può diventare il volano per rilanciare un territorio colpito da un disastro naturale. È questo il caso de L'Aquila, dove la nascita del Gran Sasso Science Institute ha messo in moto un processo di riqualificazione del territorio che va avanti nonostante la lentezza della ricostruzione delle case e degli edifici pubblici distrutti dal sisma del 6 aprile 2009. Ne avevamo parlato su Scienza in rete. [Scienza in rete; Chiara Sabelli]

Inaugurato nel 2000 il ponte di Øresund ha permesso la fioritura di un'area scientifica dedicata alle scienze della vita, la cosiddetta Medicon Valley. Questo ponte, lungo 8 chilometri che unisce l'isola di Zealand, dove sorge Copenaghen, alla regione svedese dello Skåne, ha funzionato da collante e da catalizzatore per le attività sul territorio, che sono riuscite così a superare le difficoltà del settore tra il 2008 e il 2015, continuando a crescere. Oggi la Medicon Valley conta cinque parchi scientifici che ospitano e finanziano le start-up, nove università che impiegano 7000 ricercatori, numerosi ospedali e anche aziende farmaceutiche, come la Genmab, la più grande in Europa. Senz'altro la politica ha avuto un ruolo, favorendo lo scambio tra università e industria. Il punto debole resta forse la scarsa disponibilità di capitali locali, che espongono le imprese agli interessi degli investitori stranieri, soprattutto statunitensi. [Nature; Nic Fleming]

RICERCA E SOCIETÀ
Una narrativa che sta guadagnando sempre più spazio è quella di una scienza in crisi, i cui risultati sono sempre più difficili da riprodurre, distorti dalla pressione alla pubblicazione e basati su dati falsificati o selezionati ad arte. Ma è davvero così? Esistono prove sufficientemente solide a sostegno di questa narrativa, o anche la ricerca sull'affidabilità della scienza è distorta? Daniele Fanelli passa in rassegna una serie di risultati che sembrano indicare che le meta-analisi su forza e riproducibilità dei risultati scientifici sono quantomeno inconcludenti. E aggiunge che questa narrativa non fa bene alla scienza, che sta attraversando, così come altri ambiti dell'attività umana, un cambiamento epocale. [PNAS; Daniele Fanelli]

In uno studio pubblicato di recente, il gruppo di ricercatori coordinato da Walter Quattrociocchi presso l'Università Ca' Foscari di Venezia ha mostrato che i temi su cui il dibattito degli utenti Facebook tende a polarizzarsi di più sono quelli su cui è più probabile che vengano diffuse notizie false. La conoscenza di questo meccanismo potrebbe essere utile nel pianificare delle strategie di contrasto alla disinformazione online. [Scienza in rete; Giulia Bona]

Cosa fanno, a tre anni dal diploma, i ragazzi e le ragazze italiane nati nel 1995? Studiano o lavorano? Da un'indagine condotta dal consorzio AlmaLaurea su 38 mila diplomati italiani, a tre anni dalla maturità lavora circa un giovane su 3 (il 27%), il 18% studia e lavora e il 44% studia solamente. Complessivamente il 68% delle ragazze si è iscritto all’università, contro il 57% dei maschi. [Scienza in rete; Cristina Da Rold]


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