di Alessandro Gimona
Riusciremo a stabilizzare il riscaldamento medio globale a 1,5°C? La missione è ormai ai limiti del possibile, ma non per questo bisogna demordere, perché ogni frazione di grado in più comporterà conseguenze nefaste per noi e l'ambiente. C'è però chi questo obiettivo se l'è già messo dietro alle spalle, convinto che le emissioni che non siamo riusciti a evitare potranno essere compensate con tecnologie quali la cattura e il sequestro del carbonio, con l'uso delle biomasse (BECCS), oppure con le cosiddette "soluzioni basate sulla natura" (forestazione, ripristino degli ecosistemi, ecc.), volte ad aumentare l'assorbimento di carbonio da parte dei suoli. Ma si tratta di una pericolosa illusione: le tecnologie "a emissioni negative", infatti, sono ancora in fase di studio, e se anche si rivelassero efficaci necessiterebbero di grandi quantità di energia per farle funzionare. Mentre la ri-naturalizzazione dei suoli entra in competizione con altre necessità, come la sicurezza alimentare, e non può garantire l'assorbimento del carbonio al di sopra di una certa quota oltre quella già assicurata dai suoli. L'illusione di compensare le emissioni che non siamo capaci di ridurre la si potrebbe chiamare Greenwishing, una variante del più sfacciato Greenwashing. Ecco come ce lo racconta il ricercatore Alessandro Gimona.
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Nuovi progressi della fusione nucleare
È storico l'annuncio sull'energia prodotta dalla fusione nucleare ottenuta alla National Ignition Facility del Lawrence Livermore National Laboratory, in California. La notizia ha più che altro una rilevanza scientifica, perché l'energia ottenuta ha superato quella usata in partenza: 3,15 contro i 2,05 megajoule che sono serviti per innescare il processo di fusione. Si tratta tuttavia di pochissimi chilowattora di energia, la cui produzione è durata pochi secondi. Scienza in Rete ne aveva già parlato in un articolo dello scorso febbraio, quando un exploit più modesto era stato ottenuto al Joint European Torus (JET) di Culham in Inghilterra. Per quanto importante, questo nuovo esperimento statunitense fa prevedere tempi ancora lunghi - dell’ordine di decenni - perché possano entrare in funzione impianti commerciali, che quindi non potranno contribuire agli attuali sforzi di decarbonizzazione sui quali siamo già in drammatico ritardo.
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Citizen science per la tutela del barbagianni
di Giorgia Mocilnik
In alcuni territori, la popolazione del barbagianni è in calo: per tutelare la specie, il progetto Monitoraggio e Conservazione dei Barbagianni in Italia coinvolge i cittadini per installare cassette nido che ne favoriscono la nidificazione.
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Vuoi imparare a suonare? Ascolta!
di Jacopo Mengarelli
Uno studio pubblicato su Scientific Reports evidenzia come l'ascolto sia importante per lo studio musicale oltre alla già nota pratica motoria. Ne abbiamo parlato con Alice Mado Proverbio, tra le autrici, neuroscienziata dell'Università Milano-Bicocca.
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Premio Romeo Bassoli per il giornalismo scientifico sul clima e la sostenibilità: 20 dicembre
Ideatore di quella che sarà per un decennio l’unica pagina quotidiana interamente dedicata alla scienza nel panorama dei giornali italiani, creatore e animatore di numerose iniziative per favorire l’incontro tra i mondi della scienza e del giornalismo, ufficio stampa dell’INFN, Romeo Bassoli è stato uno dei più brillanti interpreti del giornalismo scientifico italiano. Martedì 20 dicembre ore 17.30 in via Marco Biagi 5 a Lecce, il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) ne ricorda la figura e ne raccoglie l’eredità con un premio che viene assegnato a persone e iniziative che si distinguono per competenza, innovazione e originalità nel campo del giornalismo scientifico che si occupa di clima e sostenibilità. Intervengono Antonio Navarra (Presidente CMCC), Eva Benelli (Zadig), Luca Carra (Scienza in rete), Francesco Martinelli (Radar Magazine), con la moderazione di Mauro Buonocore (CMCC).
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Il meccanismo neurale alla base dei comportamenti di tipo altruistico: un dialogo tra amigdala e corteccia prefrontale
di Research4Life
Capire i meccanismi neurali che stanno alla base di determinati comportamenti è una della grandi sfide della ricerca. Un esempio affascinante in questo campo è dato dallo studio pubblicato su Nature Nauroscience a firma di un gruppo di ricerca dell’Istituto Italiano di tecnologia e dell’Università Statale di Milano, dedicato ai meccanismi neurali correlati alle scelte prosociali. In altre parole, lo studio mostra come un particolare circuito cerebrale, nei topi, influenzi la tendenza a condividere o meno un premio con altri individui, insomma le scelte di tipo altruistico o egoistico.
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