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14 ottobre 2020

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Prende il volo l’appello sulla piattaforma Change.org del fisico Ugo Amaldi, che assieme al Gruppo 2003 e a molti ricercatori chiede al ministro Gaetano Manfredi di raddoppiare i fondi per la ricerca. Nell'immagine un video in cui il medico Giuseppe Remuzzi invita a firmare l'appello. Leggi il nostro articolo e firma anche tu la petizione. È il momento buono! [Scienza in rete, Luca Carra]


Ecco i giovani premiati per le loro ricerche dal Gruppo 2003
“Giovani ricercatori” ma già scienziati maturi, tanto da vincere un premio altamente competitivo che ha indetto il Gruppo 2003 su dieci discipline diverse. Rivolto alle ricercatrici e ai ricercatori con meno di 7 anni di attività dalla fine del dottorato, il Premio ha avuto 373 domande (191 uomini e 182 donne) e vincitori in tutte e 10 le aree scientifiche indicate. Il premio consiste in 3.000 euro e un atte-stato, ma soprattutto nella soddisfazione di essere stati valutati da dieci commissioni costituite in prevalenza dai membri del Gruppo 2003, tutti scienziati con un numero di citazioni che li pongono ai vertici della ricerca nazionale e mondiale. Ecco i giovani premiati.

Marino Regini: con le nuove risorse rendiamo l’università più moderna, efficiente e inclusiva!
Il ministro Manfredi promette 15 miliardi per università e ricerca nei prossimi 5 anni, sempre che il Recovery Fund si concretizzi. La notizia ridà anche speranze a coloro che da tempo propongono una riforma dell’università che la renda più moderna e inclusiva. Fra questi figura Marino Regini, professore emerito di sociologia economica all’Università degli Studi di Milano, e coordinatore, insieme a Roberto Cingolani, del capitolo dedicato a università e ricerca del Piano Colao. Il Piano, come noto voluto più dal presidente Mattarella che dal primo ministro Conte, è finito anzitempo nel dimenticatoio, ma qualche buona idea forse è il caso di riprenderla in vista di questa annunciata iniezione di risorse. Cosa che avverrà anche con una serie di discussioni via webinar organizzati da Unires e Università degli Studi di Milano (il prossimo, alla presenza del ministro Manfredi, s’intitola «Scenari socio-economici del Post-Covid: quale impatto sull’Università» si tiene il 14 ottobre, alle ore 17:30-19:00 a questo link). “Per essere davvero motori dello sviluppo - esordisce Regini in questa intervista a Scienzainrete - università e ricerca devono essere in grado di rispondere alle domande della società, condurre progetti interdisciplinari, essere più internazionali, essere in grado di attrarre cervelli e dare più sbocchi occupazionali». [Scienza in rete, Luca Carra]

Alessandro Marinaccio: il lavoro ai tempi della pandemia
Covid-19 si avvantaggia delle nostre fragilità. Tanto che qualcuno ha proposto di chiamarla “co-pandemia”, essendo l’infezione da coronavirus mortale soprattutto per anziani e malati cronici in generale. Non solo: diventa man mano più letale scendendo le scale dello status socioeconomico, e con un rischio maggiore per le etnie più svantaggiate. Tutto giusto, ma nell’enumerare le cause aggravanti della malattia, i ricercatori si sono dimenticati del lavoro, da marzo ad agosto responsabile del 20% delle infezioni. Parte da qui la riflessione di Alessandro Marinaccio, Responsabile del laboratorio di epidemiologia dell’INAIL, che insieme a Sergio Iavicoli (INAIL e CTS) e Ranieri Guerra (OMS) hanno corretto il tiro in un recente commento su Lancet. Ne abbiamo parlato con Alessandro Marinaccio. [Scienza in rete, Luca Carra]

Co-benefici, attenzione ai primi anni di vita e alle disuguaglianze: proposte per una prevenzione efficace
È stato pubblicato di recente il nuovo Piano nazionale della Prevenzione 2020-2025 che guiderà il settore nei prossimi anni. In preparazione del Piano, un gruppo di lavoro interdisciplinare istituto dal Consiglio Superiore di Sanità sotto il coordinamento di Paolo Vineis ha redatto nel 2019 il documento che qui pubblichiamo. Esso verte sui principali obiettivi di salute e gli interventi di prevenzione - anche non strettamente sanitari - ispirati ad alcuni concetti chiave, quali l'attenzione ai primi anni di vita, le disuguaglianze di salute e le politiche ispirate alla logica dei co-benefici ambiente-salute. Scienzainrete pubblica questo documento a commento e integrazione del corposo Piano Nazionale della Prevenzione. [Scienza in rete, Paolo Vineis et al.]

Urgente una strategia nazionale dei test Covid-19
I dati degli ultimi giorni indicano che siamo usciti dalla "zona comfort" di una proporzione sotto a 5 positivi ogni 100 tamponi eseguiti. La differenza rispetto al periodo della fase 1 è che circa due terzi degli infetti identificati sono senza sintomi. Se le persone con l’infezione sono identificate più precocemente e messe in isolamento, anche le catene dei contagi possono essere interrotte prima. Ma la corsa al tampone non può essere lasciata senza governo: serve un piano nazionale che enunci le strategie di ricerca delle infezioni per diversi scopi di sanità pubblica e diversi contesti, che indichi per ogni scopo il metodo di laboratorio più idoneo e che disegni una architettura dell’intero sistema. [Scienza in rete, Associazione Italiana di Epidemiologia]

I modelli matematici alla prova di Covid-19
La formalizzazione della matematica in biologia rimane una delle grandi sfide di questo secolo: Nicola Bellomo e Pietro Terna trattano il tema, con particolare riferimento ai modelli matematici impiegati nell'attuale pandemia, in un quadro complessivo che guarda alla situazione reale e al futuro della ricerca. [Scienza in rete, Nicola Bellomo e Pietro Terna]

Ripuliamo l'oceano urbano
Secondo una stima recente, utilizziamo circa 32 mila chilometri quadrati di mare in porti, piattaforme petrolifere, eolico offshore e altre infrastrutture; superficie destinata ad aumentare con gli anni. Come rendere sostenibile lo sfruttamento del mare? Con infrastrutture ibride tra ingegneria e natura, quindi, avendo coraggio e facendo investimenti. [Scienza in rete, Fabio De Pascale]

Mutazioni coronavirus


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