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17 gennaio 2020
Behavioral Insight
Per affrontare il cambiamento climatico non bastano i climatologi, per curare le persone non bastano i medici, per l’intelligenza artificiale non bastano gli informatici. Pare un’ovvietà, ma non ancora per gli scienziati. I problemi globali vanno affrontati anche con le scienze umane e sociali e soprattutto con approcci multidisciplinari. Lo sostiene questa settimana su Nature Hetan Shah, nuovo direttore della British Academy di Londra, riferendosi soprattutto ai problemi globali. Fra i tanti esempi: “non possiamo migliorare la salute globale con una visione medica ristretta. Le epidemie sono fenomeni sociali e biologici. Antropologi come Melissa Leach dell'Università del Sussex di Brighton, Regno Unito, hanno svolto un ruolo importante nel frenare l'epidemia di Ebola in Africa occidentale con proposte per sostituire i rituali di sepoltura rischiosi con altri più sicuri, piuttosto che cercare di eliminare del tutto tali rituali”. Un buon esempio di questo approccio è il Behavioral Insight Team del governo britannico che ha al suo attivo più di 750 progetti di interventi e sperimentazioni di policy in varie parti del mondo. Promettenti anche le “nudge units” a sostegno di programmi di vaccinazioni e altri interventi a rischio di resistenze culturali, religiose e psicologiche.
POLITICA DELLA RICERCA
Sulla sperimentazione animale l’Italia segua la direttiva europea: senza eccezioni e proroghe. Tra le "mille proroghe" del decreto legge c'è anche quella della norma italiana sulla sperimentazione animale, che recepisce la direttiva europea ma escludendo l’impiego di animali per le sostanze d’abuso e gli xenotrapianti. La proroga in discussione consente ancora per un anno di continuare queste ricerche. E dopo? Come possono impegnarsi i ricercatori italiani, per esempio su un progetto europeo che iniziasse ora e della durata di quattro anni, se nel 2021 la sperimentazione animale su sostanze d’abuso o xenotrapianti diventasse fuorilegge? Un documento di esperti consegnato ai parlamentari mostra la necessità della sperimentazione animale in questi settori, e chiede di adeguarsi alle regole europee. [Scienza in rete; Luca Carra]

La Cina supera gli Stati Uniti in investimenti in ricerca. Il divario nel finanziamento della ricerca e sviluppo (R&S) tra Stati Uniti e Cina si sta riducendo rapidamente. Secondo il nuovo rapporto della National Science Foundation statunitense, pubblicato il 15 gennaio, dal 2000 al 2017, la spesa in R&S negli Stati Uniti è cresciuta in media del 4,3% all'anno. Ma la spesa in Cina è cresciuta di oltre il 17% all'anno nello stesso periodo. Anche diversi altri Paesi, tra cui Germania e Corea del Sud, hanno aumentato la loro spesa a tassi superiori a quelli degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno rappresentato il 25% dei 2.200 miliardi di dollari spesi in R&S nel mondo nel 2017, mentre la Cina ha rappresentato il 23%. Dati preliminari 2019 mostrano però che il sorpasso è avvenuto. [Nature]

Brevetti e crescita in Italia. Le imprese che richiedono brevetti, marchi o disegni hanno il 21% di possibilità in più, rispetto alle altre, di aumentare il proprio fatturato. A dimostrarlo è un recente studio dell’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) e dell’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO). Nei brevetti, l'Italia è al decimo posto della classifica internazionale delle invenzioni depositate all’EPO. Malgrado un buon recupero rispetto al 2016 (+5,4%), i 4.400 brevetti depositati da imprese, fondazioni, enti pubblici e inventori italiani rappresentano il 2,5% delle 174mila domande pervenute. A trainare saldamente la classifica sono gli Stati Uniti che, nel 2018, hanno depositato oltre 43mila domande (un quarto di tutte quelle pervenute). Alle spalle degli Usa, la Germania, con quasi 27mila domande (il 15,3% del totale), quindi il Giappone (oltre 22mila domande, pari al 13% del totale). Milano si afferma come prima provincia per il deposito di brevetti (seguita da Torino e Roma), marchi (seguita da Roma e Torino) e disegni (seguita da Roma e Firenze). (Fonte: Unioncamere)
PLANET INTELLIGENCE
Risparmiamo il fosforo, materia prima critica. Presente in stelle e comete (come risulta anche dalla più recenti osservazioni del telescopio ALMA e dalla esplorazioni della sonda Rosetta), il fosforo è un elemento chiave della storia della vita sulla Terra. Ma il fosforo è anche una materia prima critica, soggetta a una forte dipendenza dalla Cina, che produce il 50% della roccia fosfatica e il 75% del fosforo elementare nel mondo. Per questo il Ministero dell’Ambiente ha istituito insieme all’ENEA la Piattaforma Nazionale del Fosforo, con l’obiettivo di favorirne un uso efficiente attraverso linee guida. I settori principali dove risulta più promettente il recupero del fosforo sono fanghi di depurazione e ceneri, frazione organica del rifiuto solido urbano, reflui zootecnici e digestati agroindustriali, scarti di macello e batterie. Attualmente in Italia l’82% del fosforo viene impiegato nei fertilizzanti, con un mercato di 76 milioni di euro all’anno. Insieme al ciclo dell’azoto, il ciclo del fosforo è annoverato fra le 9 principali emergenze ambientali del pianeta insieme, fra gli altri, al cambiamento climatico, l’erosione della biodiversità, il consumo di suolo e l’acidificazione degli oceani. [Stockholm resilience]
Questa infografica mostra i risultati chiave di uno studio che ha rivelato la traccia interstellare del fosforo, uno dei mattoni costitutivi della vita. Crediti: Alma (Eso/Naoj/Nrao), Rivilla et al.; Eso/L. Calçada; Esa/Rosetta/NavCam; Mario Weigand, Questa infografica mostra i risultati chiave di uno studio che ha rivelato la traccia interstellare del fosforo, uno dei mattoni costitutivi della vita. Crediti: Alma (Eso/Naoj/Nrao), Rivilla et al.; Eso/L. Calçada; Esa/Rosetta/NavCam; Mario Weigand, www.SkyTrip.de

Ciottoli intelligenti. Una delle spiagge più famose al mondo, quella municipale di Nizza sulla Promenade des Anglais, sarà protetta dalla tecnologia Smart Pebble sviluppata dall’Università di Siena, già adottata con successo nelle spiagge italiane di Marina di Pisa e Ancona e in Croazia sull’isola di Vis. “Le informazioni raccolte con questa tecnica – spiega il professor Alessandro Pozzebon, del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche dell’Università di Siena - sono di notevole importanza per comprendere le dinamiche dell’erosione costiera e poter poi individuare le soluzioni per contrastarle”. Il sistema Smart Pebble (“Ciottolo intelligente”) permette di monitorare gli spostamenti di grandi quantità di ciottoli, per periodi di tempo brevi, medi o lunghi. Le informazioni raccolte con questa tecnica sono di notevole importanza per comprendere le dinamiche dell’erosione costiera e per poter poi individuare le soluzioni di protezione del litorale più indicate. [Università degli Studi di Siena]

Anche i vulcani quaternari possono rappresentare un rischio lavorativo. Il gas sprigionato dalla terra a Lavinio (RM), che nell’incidente del settembre 2011 ha intossicato quattro operai al lavoro in una piscina, non si è infiltrato dal pavimento o dalla porta, ma è passato attraverso le condutture dell’acqua. Uno studio dell’INGV ha accertato le cause e la dinamica del grave incidente con una pubblicazione su Geohealth. La zona di Lavinio, frazione del comune di Anzio a circa cinquanta chilometri a sud di Roma, è interessata da un rilascio anomalo di gas endogeno di origine profonda costituito in prevalenza da anidride carbonica e idrogeno solforato. L'accumulo di tali gas all'interno di una vasca interrata per la raccolta dell'acqua di scarico di una vicina piscina ha innescato l’incidente. “L’area metropolitana di Roma Capitale”, spiega Maria Luisa Carapezza, ricercatrice dell'INGV e coautrice della pubblicazione, “è compresa tra due vulcani quaternari: i Monti Sabatini a nord ovest e i Colli Albani a sud est. In quest'area vi sono vari siti dove un gas endogeno di origine profonda, costituito in prevalenza da anidride carbonica e con una minore percentuale di idrogeno solforato, arriva in superficie attraverso faglie”. [AGU 100]

La meteorite di Cavezzo individuata in Italia grazie alla rete Prisma. La Terra è costantemente bombardata da materiale interplanetario, e nella maggior parte dei casi l'atmosfera agisce come un efficace scudo protettivo. A volte, tuttavia, non riesce a disgregare completamente l’intruso cosmico, frammenti del quale arrivano al suolo: sono le meteoriti. In Italia ne erano state trovate una quarantina; fino allo scorso 4 gennaio, almeno, quando la lista ha potuto essere aggiornata grazie al ritrovamento della meteorite di Cavezzo, reso possibile dal lavoro di squadra compiuto dagli astronomi della rete PRISMA e dai citizen scientist. Claudio Elidoro ne parla con Albino Carbognani, ricercatore INAF presso l’Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello spazio di Bologna e membro dell’Advisory committee di PRISMA.[Claudio Elidoro]
SALUTE
Inquinamento: perché ci preoccupiamo del traffico e non delle stufe a legna? In molte aree, il riscaldamento nei mesi invernali inquina più del traffico, soprattutto per quanto riguarda il particolato (PM), gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e le diossine (PCDD-PCDF). Fra i vari sistemi, la legna è la più inquinante, seguita dal pellet (soprattutto se di scarsa qualità), gas naturale GPL e gasolio. Sono le conclusioni di uno studio ENEA presentato da Innovhub Milano, come mostra la tabella riportata qui sotto. [Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente] Tabella SNPA Fattori di emissione misurati nello studio Innovhub-SSI
TEMPI MODERNI
Human Screenome project La Stanford University ha avviato lo Human Screenome project, un controverso progetto per superare la semplice misura dello “screen time”. Il tempo passato davanti allo schermo non dice poi molto circa le attività degli utenti (per esempio si può passare lo stesso tempo davanti allo schermo per produrre contenuti o per subirli), molto meglio - hanno considerato i ricercatori - registrare continuamente ciò che avviene sullo schermo e analizzare la gran mole di dati per estrarre pattern utili a capire come la vita digitale possa influenzare la vita analogica, sia individuale sia collettiva. Byron Reeves, a capo del progetto, sostiene di aver già potuto trarre alcune informazioni utili: sono emerse strutture di navigazione correlate alla dipendenza da social, alla diffusione delle fake news ed è stato possibile persino rilevare la salute dell’utente. Quanto basta per aprire un vasto dibattito su problemi di privacy e sui modelli di controllo sociale che simili ricerche possono generare. In questo scenario la speranza dei ricercatori di poter osservare anche la vita off line degli utenti per capire quali ricadute abbia sulla vita on line può diventare facilmente un incubo. Ne vale la pena? [Stanford]

Da ecomostro a serra. Riqualificare capannoni dismessi ed edifici abbandonati come caserme, magazzini e case cantoniere creando serre verticali a coltivazione idroponica, ovvero fuori suolo, che garantiscono una maggiore produzione di vegetali con minimo consumo di acqua e senza pesticidi. È questo l’obiettivo di Ri-Genera, il progetto promosso da ENEA in Veneto, con una serie di partner.  [ENEA]

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