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La scienza e il governo della società

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Che cosa deve dare la scienza alla società in cambio dei soldi che riceve per svolgere le sue ricerche? Le risposte sono ovvie. Prima di tutto deve produrre conoscenza, che è un bene comune, un bene per tutti. Poi deve aiutare l’economia a far crescere il PIL, inventando nuovi beni da produrre e da vendere. Poi deve dar luogo ad applicazioni in campo medico, nella produzione di energia, nella protezione dell’ambiente, e così via. Ma oggi, più di prima, la scienza deve dare alla società qualcosa di più: deve aiutare la società a governare sé stessa. Oggi le società sono diventate più complesse e i governi sono in difficoltà a governarle. Sono fatte di molte più parti e queste hanno rapporti sempre più complicati tra di loro e difficili da individuare. Qualunque decisione ha molte conseguenze di cui alcune sono positive e altre negative, per cui non si sa che cosa fare. Se la scienza serve a conoscere e capire la realtà, e se ha tanti strumenti per farlo (l’osservazione oggettiva dei fenomeni, la loro quantificazione, la produzione di teorie che li spiegano) deve aiutare di più la società a governare sé stessa. Questo non succede, e le ragioni sono due.

La prima è che le scienze che dovrebbero aiutare la società ad analizzare e a risolvere i suoi problemi non sono tanto le scienze naturali ma sono le scienze che studiano i comportamenti umani e le società umane. Queste scienze sono ancora scienze “nane” rispetto alle scienze della natura. I loro dati empirici sono incerti, le loro teorie sono formulate a parole e quindi sono spesso ambigue e imprecise, le loro predizioni empiriche sono poco chiare e sempre controvertibili. E poi, in generale, gli scienziati non sono molto interessati a essere utili alla società; fanno le loro ricerche, si preoccupano delle loro pubblicazioni, usano molto del loro tempo a scrivere e gestire progetti di ricerca, si danno da fare per i loro concorsi, discutono solo con i colleghi della loro stessa disciplina e del loro stesso settore e così, spesso, ignorano la realtà che c’è al di fuori di questi contesti.

La seconda ragione è che i politici non vogliono farsi guidare più di tanto dalla scienza nelle loro decisioni. Pensano già di sapere cosa fare basandosi sulle loro ideologie oppure hanno paura che la scienza possa suggerirgli soluzioni che riducono le loro possibilità di essere eletti o rieletti. Il problema però sta anche in chi è governato. La popolazione votante infatti, mediamente, sa poco sulle questioni sulle quali vota e non è aiutata dalla scienza a saperne e a capirne di più perché né l’educazione scientifica a scuola né la divulgazione scientifica funzionano bene.

Oggi il computer può cambiare questa situazione. Può aiutare le scienze sociali a “crescere”, rendendo le loro teorie più solide e trovandone di nuove grazie alla capacità dei computer di analizzare e incrociare insieme molti dati e, soprattutto, alla possibilità di effettuare simulazioni con il computer senza tener conto delle divisioni disciplinari, che spesso non aiutano a capire la realtà

Il computer può anche cambiare i rapporti tra la scienza e il governo della società. Grazie alle simulazioni al computer si possono prevedere le conseguenze positive e negative di ogni decisione, aiutando a trovare le soluzioni migliori. E queste simulazioni possono essere messe sotto gli occhi di tutti, in una forma universalmente comprensibile. Il contributo del computer sarà fondamentale anche per cambiare l’educazione e la divulgazione scientifica, grazie alla sua offerta di forme di comunicazione e interazione innovative più comprensibili, dinamiche e motivanti rispetto alle modalità classiche.

Ciò però non significa e non deve significare tecnocrazia. Per governare la società il primo requisito è perseguire il bene comune e, quando si parla di bene comune, gli scienziati e i tecnici non hanno più titolo a parlare di ogni altro cittadino. La società però ha bisogno di un approccio più oggettivo, più tecnico, come quello scientifico, non solo per affrontare problemi che già si discute ma anche per individuarne altri, spesso più radicali. Oggi invece i problemi della società vengono spesso affrontati in base a semplici opinioni piuttosto che in base alla realtà oggettiva dei fatti e a modelli chiari ed espliciti come sono quelli della scienza.

Qui di seguito riporto un elenco concreto di problemi “difficili” per risolvere i quali la società avrebbe bisogno dell’aiuto della scienza:

  • se l’economia di mercato è il modo migliore finora trovato per soddisfare i nostri bisogni, bisogna trovare un modo per conservarne i vantaggi e eliminarne i difetti;
  • se l’economia finanziaria è necessaria perché l’economia reale disponga dei mezzi finanziari di cui ha bisogno per produrre quello che produce, bisogna trovare un modo per garantire questi mezzi all’economia reale senza i rischi associati all’economia finanziaria;
  • se la società tende a trasformarsi in una società di marketing, bisogna avere chiare le conseguenze di questo fatto;
  • se la “macchina” pubblica tende, per ragioni intrinseche, ad essere inefficiente, bisogna trovare un modo per renderla più efficiente senza eliminarla nei settori in cui è indispensabile;
  • è necessario trovare sistemi che permettano di identificare meglio i comportamenti che danneggiano la collettività;
  • bisogna risolvere i problemi derivanti dalla presenza di conflitti di interesse in molti ambiti e professioni (comunicazione, marketing, economia, psicologia, educazione);
  • bisogna capire meglio le conseguenze positive e negative delle nuove tecnologie digitali per la mente e per la vita sociale, e chiedersi se è possibile controllarle;
  • se i sistemi scolastici tradizionali non funzionano più nelle società di oggi, bisogna capire come cambiarli;
  • bisogna capire le conseguenze di una diffusione globale della cultura occidentale;
  • bisogna chiedersi se la globalizzazione economica e culturale può coesistere con sistemi politici locali;
  • bisogna trovare modi per cui le donne non abbiano meno potere degli uomini senza essere costrette a diventare uomini;
  • bisogna capire le conseguenze della crescita del potere e dell’impatto della scienza e della tecnologia sulla società;
  • bisogna individuare con chiarezza i difetti della democrazia e trovare modi per eliminarli;
  • bisogna capire perché così poche persone si interessano ai problemi qui elencati.

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