Pippopopotamo e il mistero della subsidenza

Se si sottopone a una piccola vibrazione il vaso di sabbia, subito dopo il nostro “pippopopotamo” inizia a sprofondare. Ha forse mangiato troppo? In effetti, guardandolo bene all’interno, si troverebbe che è imbottito di pallini di piombo. Ma questo non basta a spiegare la magia. Un suggerimento: tenete d’occhio il livello della sabbia!

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L’esperimento fa uso di un semplice imbuto, chiuso da una pila a stilo, infilata dall’interno e cementata da un po’ di sabbia umida lasciata seccare, come illustrato dalla seguente sequenza di immagini.

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La pila è infilata senza forzarla nell'imbuto...

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... e tenuta bloccata da un po' di sabbia bagnata

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Si adagia l'imbuto sul fondo del barattolo...

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... e si copre di sabbia fino alla sommità.

Imprimendo una piccola vibrazione al barattolo, si provoca il distacco della sabbia che sostiene la pila, la quale cade nello spazio vuoto dell’imbuto che, in alcuni secondi, si riempie della sabbia soprastante, trascinando con sé il pesante animale.

Il fenomeno di rottura della crosta sabbiosa, a causa di uno spazio vuoto sottostante, si chiama subsidenza, ed è abbastanza frequente nei deserti. A causa dei venti che soffiano la sabbia in una direzione costante, si creano delle cornici di crosta sabbiosa che sovrastano grosse bolle d’aria e che sono instabili. Le jeep o i dromedari rischiano di essere inghiottite allo stesso modo del nostro “pippopopotamo”. Il fenomeno può anche avere origini non naturali, quando la bolla d’aria è causata dall’estrazione del petrolio o dal pompaggio di acqua sotterranea.

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Esperienza realizzata da Luciano Mancinelli