fbpx Ministro Bussetti, ecco cos’è per noi l’Agenzia Nazionale per la Ricerca | Scienza in Rete

Ministro Bussetti, ecco cos’è per noi l’Agenzia Nazionale per la Ricerca

Primary tabs

Read time: 3 mins

La stampa riporta l’intenzione del governo di istituire un'Agenzia Nazionale della Ricerca, di cui non si conoscono ancora finalità e compiti. Se si sta alle poche righe dedicate al tema sul contratto di governo, sembra emergere un super-ente che raccordi gli altri enti di ricerca, cosa ben diversa dalla realtà delle Agenzie di ricerca attive ormai in tutti i paesi sviluppati e da quanto proposto anni fa dal Gruppo 2003. E’ importante quindi ricordare, come abbiamo scritto al Ministro, i tratti salienti di un'agenzia di questo genere che possa davvero aiutare lo sviluppo della ricerca in Italia allineandola alle altre esperienze note nel mondo.

La proposta di istituire un’Agenzia Italiana per la Ricerca Scientifica, sull’esempio di quanto esistente negli Stati Uniti e in tutti gli altri Paesi europei, è stata presentata dal Gruppo 2003 alcuni anni fa.

La proposta tende a distinguere due momenti e due competenze, che oggi si sovrappongono e determinano confusione.

Competenza politica: quello della scelta delle priorità e dell’allocazione delle risorse, globali e per ciascun settore. Oggi ogni ministero ha a disposizione risorse economiche più o meno importanti che vengono destinate alla ricerca con modalità spesso poco trasparenti e senza alcun coordinamento. Sarebbe necessario che tutti questi rivoli convergano in un unico fondo governativo per la ricerca sotto il controllo della Presidenza del Consiglio.

Competenza esecutiva: spetterebbe all’Agenzia identificare le modalità con cui dare una risposta alle richieste del Governo, valutando l’appropriatezza delle risorse messe a disposizione per raggiungere gli obiettivi proposti e segnalando i punti di forza e di debolezza della ricerca nel Paese. L’Agenzia dovrebbe inoltre promuovere collaborazioni a livello internazionale e con le Regioni, che contribuiscono a finanziare la ricerca sul proprio territorio.

L’Agenzia non deve essere l’ennesimo ente che si aggiunge a quelli già esistenti ma una struttura agile, che risponde alla Presidenza del Consiglio, guidata da poche persone rappresentanti il mondo della ricerca, della tecnologia, della cultura e dell’industria; con un direttore e dipartimenti per grandi aree: ad esempio energia, ambiente, salute e così via. L’Agenzia dovrebbe comprendere una forte componente di ricerca di base a lungo termine e aree di natura più applicativa, in forte relazione fra loro.

Compito dell’Agenzia dovrebbe essere la realizzazione di bandi di concorso, aperti a tutte le istituzioni che operano in campo scientifico nel Paese quali Università, Cnr e tutti gli altri enti di ricerca, Istituto Superiore di Sanità, Irccs, Fondazioni e altre organizzazioni pubbliche e private no-profit. E’ importante che l’assegnazione dei fondi avvenga con peer review internazionali e site visit in armonia con ciò che avviene in tutti i Paesi europei. Solo in questo modo una Agenzia della ricerca potrà consentire alle organizzazioni scientifiche di programmare le loro attività di ricerca con fiducia, avendo certezze sui tempi dei bandi, sulla valutazione, la disponibilità e la continuità delle risorse.

Una copia del presente comunicato è stata pubblicata sul sito del Gruppo 2003

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Rileggere Feyerabend: sfide ai dogmi della metodologia scientifica

Ritratto di Feyerabend

Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Paul Feyerabend, filosofo della scienza, noto in particolare per il saggio Contro il metodo. Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza, di cui il 16 aprile è in uscita una nuova edizione per Feltrinelli, a cura di Luca Guzzardi. Gli abbiamo chiesto di aiutarci a contestualizzare la visione di Feyerabend, che con il motto "tutto va bene" sottopone a una serrata critica i cinquant’anni di filosofia della scienza a lui precedenti, a partire da Karl Popper. Non una posizione “contro la ragione”, ma un monito a vigilare su qualsiasi concezione e metodo che voglia, magari subdolamente, prendere il sopravvento, e un invito a non lasciarsi governare dai loro cantori.

Crediti immagine: Grazia Borrini-Feyerabend, Wikimedia Commons

Se c’è un’età dell’oro della filosofia della scienza, è forse la prima metà del Novecento. Mach, Poincaré, Duhem avevano impostato i temi portanti: gli ingredienti fondamentali delle teorie scientifiche e il ruolo dell’esperienza e dell’esperimento, la funzione delle ipotesi e degli errori, l’avanzamento della conoscenza e il cambiamento concettuale.